Satellite Planck presenta risultati su misure del cielo nelle microonde
Scritto da Valentina Arcovio   
Martedì 11 Gennaio 2011 14:04

Il team del satellite Planck, il telescopio spaziale a microonde dell'Agenzia Spaziale Europea (ESA) ha presentato oggi in contemporanea a Parigi, Roma e Seattle i risultati del primo anno di misure. Questi vengono descritti in 23 lunghi articoli scientifici, pubblicati nella rivista Astronomy & Astrophysics, nei quali con grande dettaglio si descrivono le nuove, sensibilissime osservazioni del cielo realizzate da Planck e la loro interpretazione fisica. I membri del team fanno parte del Dipartimento di Fisica de La Sapienza di Roma che hanno costruito parti dello strumento ad alta frequenza di Planck, con finanziamenti dell'Agenzia Spaziale Italiana (Asi) e dello stesso ateneo. Hanno partecipato ai lavori anche scienziati dell'Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf).
Alla base di quasi tutti questi risultati c'e' l''Early Release Compact Source Catalogue di Planck: una sorta di catalogo. Ottenuto dall'osservazione
continua dell'intero cielo a lunghezze d'onda millimetriche e submillimetriche, il catalogo e' costituito da una raccolta di migliaia di sorgenti estremamente fredde. Sorgenti che l'intera comunita' scientifica potra' d'ora in avanti esplorare e studiare in tutta liberta'.
''Sono i primi risultati pubblici della missione: un catalogo - ha spiegato Reno Mandolesi, associato Inaf e responsabile di Lfi, lo strumento a bassa frequenza a bordo di Planck, finanziato da AsI e realizzato in gran parte in Italia - di tutte le sorgenti galattiche ed extragalattiche viste da Planck nell'intero cielo. Non solo: e' il primo catalogo a tutto cielo a nove frequenze diverse, da 30 GHz a 857 GHz, e costituisce un'assoluta novita'. Darà lavoro per anni a tutti i telescopi da Terra e dallo spazio, che potranno fare osservazioni di follow-up''.
''er avere accesso ai dati contenuti nel catalogo - ha spiegato Andrea Zacchei, dell'INAF-Osservatorio astronomico di Trieste, responsabile del Data
Processing Centre italiano di Planck (che ha sede, appunto, a Trieste, ed è costituito da ricercatori dell'Osservatorio e della SISSA-Scuola
Internazionale Superiore di Studi Avanzati) - non e' necessaria alcuna expertise tecnica. Sono resi pubblici attraverso un sito web dell'Esa, accessibile a tutti. Si potranno fare ricerche per parole chiave, per zone di cielo e per nome degli oggetti. Di ogni oggetto, sara' anche possibile visualizzarne l'immagine, per studiarne forma e struttura. Insomma, un catalogo a tutti gli effetti, totalmente integrato con gli altri cataloghi astronomici gia' esistenti''.
I risultati presentati oggi riguardano la fase in cui le galassie si stavano ancora formando. Qui Planck ha rilevato l'esistenza di una popolazione di galassie, altrimenti invisibili, a miliardi di anni indietro nel tempo: avvolte nella polvere, in esse si formavano stelle a un ritmo vorticoso, da 10 a
1.000 volte piu' rapido di quello che possiamo osservare oggi nella nostra galassia. Si tratta di misure mai effettuate prima a queste lunghezze d'onda.
''Una importante scoperta di Planck riguarda la fisica del tenue mezzo che riempie lo spazio tra le stelle nella nostra Galassia - ha raccontato Silvia Masi de La Sapienza di Roma - dove oltre ai gas e alle polveri ben note agli specialisti, e' presente anche una componente 'anomala' formata da minuscoli granelli in rapidissima rotazione. Planck ha confermato e realizzato una mappa della sua distribuzione in molte regioni della nostra galassia, e ha identificato e misurato la sua emissione con grande dettaglio, riempiendo un intervallo di frequenze che non e' facilmente osservabile da terra. La presenza di questa componente e' importante perche' dimostra che nello spazio sono presenti particelle di dimensioni intermedie tra i granelli di polvere e le molecole, come grandi molecole policicliche aromatiche e fullereni''.
Paolo de Bernardis, altro scienziato de La Sapienza di Roma, descrive le osservazioni delle regioni piu' fredde e protette della nostra galassia, dove si formano le condizioni per la nascita di nuove stelle. ''Planck, grazie al suo strumento ad alta frequenza, e' sensibile - ha detto - all'emissione dei granelli di polvere interstellari, anche se molto freddi (e quindi sfuggiti alla misura da parte di esperimenti precedenti, come i satelliti IRAS ed ISO). Inoltre ha osservato tutto il cielo, a differenza degli osservatori spaziali, come ISO e lo stesso Herschel, lanciato insieme a Planck, che concentrano le loro osservazioni su piccole regioni scelte in precedenza. Per questo Planck ha potuto scoprire piu' di 10.000 nuove regioni fredde, dette 'cold cores', che per la maggior parte distano meno di 6.000 anni luce da noi. Per moltissime di queste e' stato possibile stabilire la massa (che varia da 1 a 100.000 masse solari) e la temperatura (da 7 a 17 gradi Kelvin, cioe' da 256 a 266 gradi Centigradi sotto zero). E' qui che la materia coagula per iniziare il lungo e complesso processo di formazione di nuove stelle e di nuovi mondi''.
Francesco Piacentini, ricercatore dell'ateneo romano, fa notare le osservazioni di Planck degli ammassi di galassie (gruppi di centinaia o migliaia di galassie, contenenti fino a un milione di miliardi di stelle), di particolare interesse per il gruppo di cosmologia osservativi della Sapienza, che ha realizzato esperimenti come MITO e OLIMPO, ad essi dedicati. ''Planck ha identificato 189 ammassi di galassie sparsi su tutto il cielo - ha spiegato - grazie alla osservazione simultanea in ben nove lunghezze d'onda molto diverse, separandoli in modo inequivocabile dai segnali locali. Di questi, 169 erano gia' noti, e ben 20 erano sfuggiti a tutte le precedenti osservazioni, e sono stati scoperti da Planck e poi confermati da esperimenti in altre bande di osservazione''.
Alessandro Melchiorri, docente di cosmologia all'Universita' La Sapienza di Roma, ha aggiunto: ''Gli ammassi di galassie osservati da Planck e dai prossimi esperimenti possono essere usati come potenti sonde cosmologiche, grazie al fatto che il segnale che producono nelle microonde e' una modifica della emissione del fondo cosmico a microonde che li attraversa, e quindi non diminuisce all'aumentare la distanza degli ammassi''.
Federico Nati, anch'egli del Dipartrimento di Fisica dell'ateneo romano, ha ricordato che ''il primo prodotto ufficiale di Planck, presentato oggi, e' il cosiddetto Catalogo iniziale di sorgenti compatte, costituito da nove liste altamente affidabili di posizioni e flussi delle sorgenti cosmiche osservate da Planck (una per ciascuna delle nove frequenze, da 30 GHz a 850 GHz): si tratta di un totale di 33.566 misure di grande precisione, in un intervallo di frequenze finora praticamente inesplorato''. Da queste liste sono stati estratti i cataloghi di ammassi di galassie e di cold cores citati sopra. ''Presentando velocemente questo catalogo - ha aggiunto Nati - il team di Planck rende possibili osservazioni aggiuntive a maggiore risoluzione da parte dell'osservatorio spaziale Herschel, ancora operativo, e degli altri grandi telescopi millimetrici a terra''.
Non vanno dimenticate infine le nuove tecnologie criogeniche spaziali, sviluppate appositamente per Planck, che hanno funzionato perfettamente.
''Sul satellite arrivano piu' di 14 mila Watt di energia dal sole - ha detto Masi - ma la schermatura ed i sistemi di refrigerazione che sono stati inventati per Planck sono talmente efficienti che al telescopio arriva meno di 1 Watt, e sui rivelatori meno di un miliardesimo di Watt! Queste tecnologie, che erano state qualificate grazie ad esperimenti su pallone stratosferico, possono essere ora utilizzate in campi diversissimi, come per satelliti per l'osservazione della polarizzazione del fondo cosmico a microonde, per la misura delle radiazioni gamma di origine nucleare, ma anche per sensori a microonde per la visione attraverso la nebbia, e per realizzare protezioni termiche per le abitazioni e le attrezzature. E' un'ulteriore dimostrazione di come la ricerca pura e accademica porti immancabilmente risultati e metodologie fondamentali per la ricerca applicata, e anche per la tecnologia di uso comune''.
E' importante notare che i risultati presentati oggi, frutto di un'analisi preliminare dei dati, sono solo una parte degli obiettivi di Planck. Lo scopo primario della missione e' l'osservazione dell'Universo primordiale impresso nella radiazione di fondo a microonde.
Essa ci permette di misurare l'Universo nella sua fase primordiale, di conoscere i dettagli dell'evoluzione del cosmo, e di migliorare le nostre conoscenze delle leggi fondamentali della natura. Per l'importanza e la delicatezza di questo studio, i risultati saranno rilasciati solo dopo la fine nella missione ed una approfonditissima analisi, che e' gia' in corso, e che sara' completata non prima di un anno da oggi.
''L'Italia in questi anni ha raggiunto - ha rilevato il presidente dell'Asi, Enrico Saggese - una posizione di eccellenza nel campo dell'osservazione ed esplorazione dell'Universo vicino e lontano. L'importante contributo italiano dato al successo della missione Planck ne e' una conferma''.
''E' un grande momento, per Planck'', ha aggiunto Jan Tauber, project scientist di Planck all'Esa. ''Fino a oggi ci siamo concentrati sulla raccolta dei
dati e sul mettere in luce il loro potenziale. Ora, finalmente, è arrivato
il tempo delle scoperte''.
Planck, nel frattempo, continua a osservare l'Universo. Il prossimo rilascio di dati e' in programma per il gennaio 2013. Saranno dati in grado di mostrare, a un livello di dettagli senza precedenti, la radiazione del fondo a microonde. L'atto iniziale del dramma cosmico, dunque: l'immagine dell'origine di tutto.


 












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