E' stata annunciata oggi al Congresso Nazionale di Astronomia del Regno Unito la scoperta di nove nuovi pianeti extrasolari (esopianeti). Quando questi nuovi risultati sono stati combinati con le piu' recenti osservazioni degli esopianeti nella fase di transizione davanti alla loro stella, gli astronomi sono rimasti sorpresi nel trovare che sei su 27 orbitavano nella direzione opposta alla rotazione del loro Sole, l'esatto contrario di quanto accade nel nostro Sistema Solare. La nuova scoperta, come riporta una nota dell'Inaf (Istituto Nazionale di Astrofisica), rappresenta un'inaspettata quanto seria sfida all'attuale teoria sulla formazione dei pianeti. Questa scoperta ci suggerisce inoltre che i sistemi con pianeti extrasolari denominati Giove bollenti poco probabilmente potrebbero 'ospitare' pianeti come la Terra. ''E' una vera bomba quella che stiamo gettando nel campo degli esopianeti'', ha detto Amaury Triaud, uno studente PhD all'Osservatorio di Ginevra che, con Andrew Cameron e Didier Queloz, alla guida della parte principale della campagna di osservazione. Si pensa che i pianeti si formino nel disco di gas e polvere che circonda una giovane stella. Questo disco proto planetario ruota nella stessa direzione della sua stella, e fino ad ora, si riteneva che tutti i pianeti formatisi da tale disco orbitassero più o meno sullo stesso piano e si muovessero su tali orbite nella stessa direzione della rotazione della stella. Questo ad esempio e' quanto avviene nel Sistema Solare. Dopo l'iniziale scoperta di nove nuovi esopianeti con il Wide Angle Search for Planets (WASP), il team di astronomi ha usato lo spettrografo HARPS del telescopio ESO di 3,6 metri all'Osservatorio La Silla in Cile, insieme con i dati del telescopio Svizzero Euler, sempre a la Silla, e dati provenienti da altri telescopi per confermare le scoperte e le caratteristiche degli esopianeti trovate sia nelle vecchie che nelle nuove indagini. Sorprendentemente, quando sono stati combinati i nuovi dati con le vecchie osservazioni e' stato trovato che piu' della meta' di tutti i Giove caldi studiati hanno orbite disallineate rispetto all'asse di rotazione dei loro soli. I nuovi studi hanno rivelato che sei esopianeti, di cui due appena scoperti, hanno una rivoluzione contraria: orbitano intorno alla loro stella nella direzione 'sbagliata'. ''I nuovi risultati sfidano la convenzionale opinione che i pianeti debbano sempre orbitare nella stessa direzione della rotazione della loro stella'', ha detto Andrew Cameron dell'Universita' di St Andrews, che ha presentato i nuovi risultati al Congresso Nazionale di Astronomia del Regno Unito che si tiene a Glasgow questa settimana. Fin dalla scoperta del primo Giove caldo, avvenuta 15 anni or sono, l'origine di questi pianeti e' sempre stata un rebus. Si tratta di pianeti con massa pari o piu' grande di Giove, con un'orbita molto vicina al loro sole. Gli astronomi credono che il nucleo di questi pianeti giganti si pensa sia composto da un mix di rocce e particelle di ghiaccio, una caratteristica che appartiene generalmente ai confini esterni dei sistemi planetari. Pertanto si e' sempre pensato che i pianeti tipo Giove caldo dovessero essersi formati lontano dalla loro stella e successivamente siano migrati verso un'orbita piu' vicina al loro sole. Molti astronomi credevano questo fosse dovuto all'interazione gravitazionale con il disco di polvere dal quale si sono formati. Questo processo avviene in alcuni milioni di anni e produce come risultato un'orbita allineata con l'asse di rotazione della sua stella. Questo consente la formazione di pianeti rocciosi simili alla Terra. Sfortunatamente tutto questo non va d'accordo con le nuove scoperte. Per tener conto dei nuovi esopianeti con moto di rivoluzione retrograda, e' stata proposta una teoria alternativa: questa suggerisce che la vicinanza dei Giove caldi ai loro soli non sia affatto dovuta all'interazione con il disco di polvere, ma ad un piu' lento processo evolutivo dovuto ad una sorta di tiro alla fune con compagni planetari o stellari molto piu' distanti e durato centinaia di milioni di anni. Dopo che questi disturbi gravitazionali hanno portato l'esopianeta gigante in un'orbita inclinata e allungata, questi subirebbe l'effetto delle maree, perdendo energia a ogni giro passando vicino al suo sole. ''Un drammatico effetto di questo processo e' che ogni altro pianeta piccolo come la Terra esistente in questi sistemi verrebbe espulso'', ha detto Didier Queloz dell'Osservatorio di Ginevra. Gli astronomi hanno gia' verificato che due dei pianeti a rivoluzione retrograda recentemente scoperti hanno compagni massivi e distanti che potrebbero potenzialmente essere la causa del rovesciamento dell'orbita. Questi nuovi risultati potrebbero dare il via ad una ricerca intensiva di nuovi corpi celesti in altri sistemi planetari.
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