Primi risultati della missione SMOS dell’ESA
Scritto da Anna Clelia Cagnetta   
Giovedì 04 Marzo 2010 20:38

A distanza di quattro mesi dal lancio, avvenuto il 2 novembre scorso, il satellite SMOS (the Soil Moisture and Ocean Salinity) dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA) comincia a fornire le prime informazioni sul ciclo dell’acqua e i suoi effetti. Dotato di bracci allungabili sui quali sono installate 69 piccole antenne, il satellite spia costantemente i movimenti e le “forme” che assume la massa d’acqua che costituisce il nostro pianeta (71%). Che sia pioggia, lago o vapore, lo SMOS offre la possibilità d’“inseguire” l’acqua della Terra in tutta la sua evoluzione. Attraverso il reperimento di dati sulle variazioni globali di umidità del suolo e di salinità degli oceani, non solo permetterà di studiare la circolazione delle correnti oceaniche ma anche di prevedere i fenomeni meteorologici estremi quali uragani, tempeste, alluvioni, ondate di calore, ecc…

Le immagini ricavate dal satellite si riferiscono ai valori di “luminosità della temperatura” (brightness temperature), derivante dalla misura della radiazione emessa dalla superficie terrestre: quando si registrano temperature ad alta luminosità si riscontra la presenza di terreni asciutti, mentre le temperature a bassa luminosità rimandano a zone umide, come nel caso del Rio delle Amazzoni, visibile nell’istantanea (snapshot) dell’Amazzonia. Queste prime immagini sono il frutto di una preliminare fase di controllo del sistema SMOS, nella quale ogni sforzo è mirato al miglioramento della qualità delle immagini di “luminosità della temperatura”, al fine di favorirne una traduzione, in valori di umidità del suolo e salinità degli oceani, il più attendibile possibile. Per questo motivo, ingegneri e scienziati provenienti da vari istituti Europei, sono stati finora occupati nel collaudo e nel perfezionamento delle proprietà tecniche del satellite SMOS e degli altri strumenti coinvolti nella missione. In particolare, fino alla fine di aprile, saranno sottoposti ad esame la piattaforma Proteus - sviluppata dall'Agenzia spaziale francese CNES e Thales Alenia Space - e l’interferometro MIRAS, Microwave Imaging Radiometer with Aperture Synthesis instrument, importante strumento sviluppato da EADS-CASA in Spagna, sotto contratto con l'ESA, in grado di effettuare un’istantanea della “luminosità della temperatura” ogni 1,2 secondi. Sono soggetti ad attento controllo anche i passaggi che seguono alla raccolta dei dati: a partire dal sistema di trasmissione a terra, fino ad arrivare alle fasi di distribuzione, taratura e validazione. A proposito del lavoro di analisi svolto finora, Susanne Meclemburgo, Mission manager SMOS dell’ESA, ha dichiarato: "E' emozionante vedere questi primi dati prodotti, che sono già di ottima qualità, anche se non hanno ancora concluso tutte le attività di taratura. Abbiamo anche avuto un riscontro molto positivo da parte degli scienziati che hanno già iniziato a utilizzare i dati. "La mappatura costante delle variabili di umidità della terra e di salinità degli oceani, unita ad un’attenta taratura dei dati ricavati, ci permetterà dunque, non solo di migliorare la comprensione del ciclo dell’acqua della Terra, ma anche di perfezionare i modelli climatici e meteorologici.  Inoltre, i dati forniti avranno diverse applicazioni in settori quali l'agricoltura e la gestione delle risorse idriche. La missione SMOS sarà operativa a partire dal mese di maggio. Ovviamente, il team scientifico continuerà a valutare la qualità e validità dei dati prodotti per tutta la durata della ricerca.

 

 












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