Italiani scoprono l'oggetto più antico dell'Universo |
Mercoledì 28 Ottobre 2009 17:47 |
E' l'oggetto cosmico più lontano e più antico mai osservato, esploso 13 miliardi di anni fa, quando l'Universo era ancora giovanissimo. Si tratta di una emissione di raggi gamma, prodotta dalle stelle quando si trasformano in supernove, e ad intercettarla è stato un gruppo di scienziati italiani, coordinati da Ruben Salvaterra dell'Istituto Nazionale di Astrofisica (INA). La scoperta è stata pubblicata sulla rivista Nature. GRB 090423, questo è il nome dell'oggetto, essendo il più lontano mai osservato è anche il più vecchio degli oggetti conosciuti, e ci permette di gettare uno sguardo diretto alle prime fasi di vita dell'Universo. “La scoperta di questo oggetto è frutto della collaborazione dei ricercatori dell'INA con scienziati americani e inglesi guidati da Nial Tanvir dell'Università di Leicester”. spiega Massimo Della Valle dell'Osservatorio di Napoli, ricercatore che ha preso parte allo studio. “A captare il lampo per la prima volta è stato un satellite italo-angoamericano, SWIFT, che ha colto l'esplosione durante le sue osservazioni”. I raggi gamma, infatti, non passano attraverso l'atmosfera e non possono essere osservati da terra. “Ciò è una fortuna, vista la loro pericolosità per la vita” dice Della Valle. “Tuttavia, una volta osservati dallo spazio questi raggi gamma, possiamo rintracciare la loro sorgente da terra grazie ai telescopi ed agli osservatori, che misurano anche i vari tipi di radiazione a parte quella gamma”. Sono stati due gli osservatori che hanno rintracciato la posizione dell'oggetto: uno è il telescopio con lenti da 8 metri di diametro ESO, l'altro è il telescopio italiano Galileo. “L'oggetto è stato datato circa 13 miliardi di anni fa. Non abbiamo mai visto nulla di così distante ed antico” dice Della Valle. “Tuttavia, la sua distanza ed età non hanno solo un valore di impatto 'emotivo', ma possono dirci molto sulle origini e sulla storia dell'intero Universo”. L'esplosione è infatti avventuta circa 630 milioni di anni dopo il Big Bang, in piena “Età Oscura”, un periodo che finora non si era stato in grado di osservare. L'universo era praticamente neonato, ma già allora si formavano delle stelle con le caratteristiche adatte a trasformarsi in supernove. “Confrontando l'esplosione misurata con altre emissioni di raggi gamma da oggetti molto più vicini, ci siamo resi conto che l'Universo di 13 miliardi di anni fa doveva apparire già molto simile a quello che possiamo osservare oggi” spiega Della Valle. “In un certo senso, l'evoluzione dell'Universo è stata molto rapida, e ad essa è seguito un lungo periodo di stasi che permane ancora oggi. Questa – continua – è la prima volta che osserviamo evidenze del genere. Si era già ipotizzato che la storia del cosmo fosse andata così, ma un conto è fare un'ipotesi, un altro è avere delle prove. Stavolta possiamo affermarlo con certezza”.
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