Terremoto Emilia: l'esperto, ''per le costruzioni determinante la vicinanza delle scosse"
Scritto da Stefano Pisani   
Martedì 29 Maggio 2012 16:15

Napoli - ''Per quanto riguarda le costruzioni, i danni non sono tanto dovuti all'intensita' dei terremoti, ma soprattutto al fatto che si sono ripetuti a pochi giorni di distanza'' spiega a 30 righenews Giulio Zuccaro, ordinario di Scienze delle Costruzioni e direttore del comitato-tecnico scientifico del Centro Plinius dell'Universita' Federico II di Napoli.  Il gruppo di lavoro di Zuccaro, sin dalle prime scosse, ha preparato un prospetto con le previsioni di danno, che e' stato subito messo a disposizione della Protezione Civile.

 

 

In particolare, il lavoro del Centro Plinius e' utile alla valutazione del cosiddetto 'danno cumulato'. ''I modelli del passato si limitavano a stimare i danni causati da una assegnata magnitudo. Adesso, invece, si possono studiare quelli provocati da sequenze simili a quelle dell'Emilia che, anche se di magnitudo non elevata, sono sufficienti a procurare danni'' continua Zuccaro. ''Il Centro Plinius, in particolare, e' esperto di sequenze con terremoti cosi' ravvicinati, perche' rappresentano una delle sequenze possibili nelle fasi che precedono le eruzioni vulcaniche. Questo tipo di studio che ben conosciamo oggi e' ritornato utile per fare le previsioni di danno cumulato, laddove in genere tutti i modelli utilizzati si riferiscono alla risposta di previsione per la classica scossa secca, isolata''. Quella dell'Emilia e' una situazione molto particolare in cui gli stabilimenti, le case e tutte le costruzioni in genere sono state duramente messe alla prova proprio dal verificarsi di eventi sismici cosi' ravvicinati.

''Dopo la prima scossa - prosegue l'esperto - le costruzioni subiscono un deterioramento della loro capacita' di risposta. Il cemento armato, per esempio, ha una risposta elastica e se non si supera la soglia limite di elasticita' non viene danneggiato. Ma per le strutture in muratura, questo discoso non vale: il quadro di danneggiamento e' di quelli che lasciano il segno, e si riduce la capacita' del materiale di resistere alle scosse. In Emilia non c'è una tradizione di costruzioni antisismiche consolidata. Le costruzioni sono state realizzate in un'epoca in cui non era richiesto progettare con elevati standard antisismici perché l'area non era ritenuta ad alta pericolosita'. E infatti i terremoti che si sono presentati non sono stati fortissimi. Il problema e' che poi, uno dopo l'altro, hanno messo in grande sofferenza le strutture'' conclude Zuccaro.

 












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