Italia e Argentina insieme per studiare l'Antartide
Scritto da Emanuele Perugini   
Martedì 30 Giugno 2009 11:39

Il 29 maggio scorso, presso la sede del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, è stato firmato un accordo cornice tra Italia e Argentina che sancisce la collaborazione tra i due Paesi sul fronte delle ricerche al Polo Sud. Firmatari dell'intesa sono stati da parte italiana il PNRA (Programma Nazionale di Ricerche in Antartide) e, da parte argentina, la DNA (Direccion Nacional del Antartico). Sulla base di tale accordo, che si avvarrà di specifici protocolli operativi di carattere scientifico, verranno impostati futuri progetti di ricerca e di collaborazione scientifica fra Italia e Argentina.

A firmare l’accordo sono stati il Presidente della Commissione Scientifica Nazionale per l'Antartide (CSNA) al MIUR, Carlo Alberto Ricci, e il Direttore della Direccion Nacional del Antartico  Mariano Memolli, in presenza dell’Incaricato d´Affari dell’Ambasciata Argentina, Ambasciatore Norma Nascimbene de Dumont, del Vice Presidente dello Scientific Committe for Antarctic Research Antonio Meloni e di  Andrea Lombardinilo del Dipartimento Università e Ricerca del MIUR.

Come ha ricordato Ricci nel corso dell’incontro, la collaborazione italo-argentina in ambito antartico dura ormai da più di due decenni, da quando cioè sono iniziate le attività del PNRA in Antartide. “In questi vent’anni – ha precisato il Presidente della CSNA – usando la sismica attiva abbiamo approfondito la nostra conoscenza di queste regioni, in particolare delle strutture crostali. Assieme alla DNA abbiamo avviato, nel campo della sismologia e della fisica dell’atmosfera, progetti comuni in cui la cooperazione è tuttora attiva e produttiva”.

Tra le più studiate la regione di Scotia, un’area di circa 900.000 km2 nell’Atlantico Sud Occidentale, che si sta rivelando cruciale per comprendere dell’evoluzione geologica del continente antartico e l’influenza dell’apertura del canale di Drake nel processo di generazione della Corrente Circumpolare Antartica e dell’inizio della glaciazione antartica intorno a 35 milioni di anni fa.

“L’impiego della sismologia ha dato un consistente impulso alle ricerche” ha commentato ancora Ricci. “All’inizio degli anni Novanta erano attive in Antartide solo quattro stazioni sismografiche permanenti a larga banda. Nel 1992, l’OGS di Trieste per il PNRA e la DNA argentina hanno iniziato a potenziare la rete mondiale attraverso sismografi digitali in grado di registrare l’elevata sismicità che caratterizza i margini delle placche tettoniche confinanti con l’Antartide. La prima stazione a larga banda fu quella della Base Argentina Esperanza, che fu in seguito affiancata da altre sei andando a formare la rete ASAIN (Antarctic Seismographic Argentinean Italian Network). L’ultima in ordine di tempo è stata installata a Base Belgrano II, a soli 1300 km dal Polo Sud”.

A partire dal 2005 l’Argentina rese disponibili in tutte le basi linee satellitari che hanno permesso all’OGS di realizzare il collegamento in tempo reale delle stazioni ASAIN con l’lstituto Antartico Argentino, con l’OGS in Italia e con i centri sismologici internazionali ORFEUS in Europa e dell’USGS negli Stati Uniti. Ma la collaborazione tra i due Paesi è andata ben oltre, estendendosi a ricerche di fisica e chimica dell’atmosfera nelle regioni polari e circumpolari, e coinvolgendo altri enti di ricerca, come il CNR, i cui ricercatori svolgono un ruolo di primo piano per le misurazioni della Co2, rilevando in continuo dal 1992 le concentrazioni di fondo di questo gas serra.

Nel prossimo futuro, grazie all’accordo recentemente siglato e all’attenzione manifestata dal Lombardinilo del MIUR verso le ricerche antartiche, sono da prevedere  nuove attività che riguardano gli effetti della radiazione UV sugli organismi viventi – incluso l’Uomo -, la biodiversità, la concentrazione e distribuzione di microcontaminanti, l’evoluzione geologica del sistema Tierra del Fuego – Penisola Antartica e la dinamica glaciale.

 












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