Cosmo Sky Med individua la faglia responsabile del terremoto in Abruzzo
Scritto da Ufficio stampa Asi   
Martedì 21 Aprile 2009 15:49
Non si ferma l’intenso lavoro di rilevamento su tutta l’area interessata dal sisma da parte del sistema di osservazione della Terra COSMO-SkyMed.  Un ulteriore importante risultato ottenuto dai satelliti COSMO-SkyMed è stato l’identificazione della faglia che ha originato il terremoto del 6 aprile 2009. Tale faglia (la faglia di Paganica) era  già riportata nella cartografia geologica a partire dagli anni Novanta. Nella figura sopra è rappresentato il piano di faglia (in blu) risultante da un modello numerico elaborato dall'INGV (Istituto nazionale di geofica) e basato sui dati COSMO-SkyMed. Grazie a questo modello è stato possibile ricostruire con buona approssimazione la posizione del piano di faglia, ovvero il piano lungo il quale è avvenuto lo scorrimento dei due lembi di crosta terrestre. La traccia nera in figura rappresenta l’emersione parziale del piano di faglia alla superficie. Il piano immerge di circa 50° verso Sud-Ovest e passa sotto alla città de L’Aquila. Il blocco di crosta terrestre a Sud Ovest del piano ha scorso verso il basso di circa 90 centimetri (nella direzione della massima pendenza), e ha causato in superficie l’abbassamento del suolo visibile in figura con il colore rosso. Secondo i dati interferometrici, il piano della dislocazione incontra la superficie presso l’abitato di Paganica, dove i geologi dell’INGV hanno riscontrato sul terreno l’esistenza di fratture con spostamenti di alcuni centimetri.  Il terremoto in Abruzzo del 6 aprile 2009  è il secondo che sia mai stato studiato con i dati dei satelliti COSMO-SkyMed; il primo fu il terremoto di Sichuan, Cina, 12 maggio 2008. In quel caso fu calcolato il primo interferogramma in banda X per una misura di spostamento co-sismico (Stramondo et al., 2008), ma la sua utilità fu limitata a causa della scarsa copertura dell’area. Attualmente la disponibilità di tre satelliti della costellazione COSMO-SkyMed consente una copertura ad alta frequenza temporale che ha permesso di ottenere i risultati qui esposti. 
 












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