Studio, nuovo farmaco incapace di prevenire nascite premature E-mail
Lunedì 28 Dicembre 2009 14:24
Disattese le speranze per un nuovo antibiotico, ritenuto capace di impedire il travaglio prematuro nella gravidanza. Il farmaco, chiamato azithromycina, si è dimostrato efficace nel trattare sifilide, clamidia ed altre infezioni batteriche, ma non nel prevenire le nascite premature. E' quanto emerge da nuovo studio, condotto da riceratori della Liverpool School of Tropical Medicine in Gran Bretagna e pubblicato sulla rivista PLoS Medicine. "L'azithromycina è utilizzata in tutto il mondo per trattare le infezioni. Studi recenti hanno dimostrato che è utile nel ridurre il rischio di aborto in seguito alle amniocentesi" ha spiegato Jim Neilson, ricercatore a capo dello studio. "Tuttavia, il farmaco non è mai stato testato sulle donne a rischio di nascita prematura". I ricercatori hanno investigato l'efficacia dell'antibiotico su una popolazione di 2000 donne del Malawi del Sud. "In questo luogo un bambino su cinque nasce prematuro, e le donne sono ad alto di rischio di infezioni sessualmente trasmesse capaci di compromettere lo sviluppo del feto e di causare nascite premature" ha detto Neilson. "I risultati non sono incoraggianti: l'antibiotico non ha creato una differenza significativa nell'impedire la nascita prematura del bambino. Si è dimostrato invece efficace contro le infezioni". Lo studio, secondo Neilson, ha dimostrato che trattare le infezioni con l'azithromycina non è un metodo efficace per prevenire il travaglio prima del tempo. "E' evidente che esistono altri fattori determinanti che lo causano. Su questi fattori si concetreranno le prossime ricerche" ha concluso il ricercatore.   
 












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