Studio, nanoparticelle di TiO2 danneggiano il DNA E-mail
Martedì 17 Novembre 2009 14:56

Le nanoparticelle di diossido di Titanio (TiO2), presenti in moltissimi prodotti di uso comune, possono causare danni genetici sistemici al DNA. Lo rivela un nuovo studio condotto sui topi dai ricercatori del Jonsson Comprehensive Cancer Center della University of California, Los Angeles, e pubblicato sulla rivista Cancer Research. Le particelle di TiO2 si trovano praticamente dapertutto, dai cosmetici alle creme solari e alla vernice, fino alle vitamine in pillole.
''Una volta nel corpo, le nanoparticelle si accumulano nei diversi organi e non c'e' modo di eliminarle'', ha spiegato Robert Schiestl, ricercatore a capo dello studio. ''Poiche' puo' girare indistrurbato nel corpo umano, anche nelle cellule, il TiO2 - ha continuato - puo' interferire coi meccanismi cellulari, causando stress ossidativo e in alcuni casi anche la morte delle stesse cellule''. Nel passato, il TiO2 era considerato non tossico in quanto non causa reazioni chimiche, e quindi ritenuto un componente sicuro. ''Il diossido di Titanio e' effettivamente inerte, ma quando le sue particelle si riducono poco a poco in dimensioni, la loro superficie diventa sempre più grande rispetto al volume e questo causa una reazione di stress ossidativo'', ha spiegato Schiestl. ''Il TiO2 in questa forma diventa molto tossico, impossibile da eliminare e capace, a causa dello stress ossidativo, di danneggiare il DNA - ha proseguito - contenuto nelle cellule del corpo. Gli esperimenti che abbiamo condotto sui topi di laboratorio ci portano a concludere che l'esposizione a questa sostanza sia potenzialmente dannosa''. L'industra manifatturiera fa molto ricorso al TiO2, del quale si producono circa due milioni di tonnellate per anno. Si puo' trovare anche in dentifrici, coloranti e additivi alimentari ed in centinaia di prodotti di uso personale. ''Riteniamo che la tossicita' di queste nanoparticelle non sia stata studiata abbastanza. E' possibile che una parte di cancri e tumori spontanei sia dovuta all'esposizione a questa sostanza'', ha dichiarato Schiestl.  

 












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