Ricercatori italiani intasano di domande di finaziamento l'NIH E-mail
Giovedì 18 Giugno 2009 18:32

Il National Institute of Health (NIH) statunitense sta per esaminare circa 1000 domande di borse di ricerca in campo biomedico per conto del governo Italiano. Come si legge sulla rivista Nature, questa collaborazione sperimentale arriva in tempi sconvenienti per le agenzie di finanziamento statunitensi. L'accordo di appalto è stato stipulato lo scorso anno su richiesta del Ministro della Salute e del Welfare Ferruccio Fazio, per migliorare il sistema di peer-review del dipartimento allo scopo di assegnare borse di studio competitive. I fondi ammontano a 29 milioni di Euro, saranno distribuiti a partire da Gennaio 2010 e saranno assegnati a 50-60 progetti di giovani ricercatori. L'impatto della richiesta arriva però mentre l'NIH si trova ad affrontare un enorme numero di domande, causate dalla situazione economica statunitense. "Siamo onorati di assistere gli Italiani" ha detto Antonio Scarpa, direttore dell'NIH Center for Scientific Review. "Tuttavia, abbiamo cominciato questo progetto prima che passasse il Recovery Act, la legge sui fondi di ricerca in campo medico. Non credo che avremmo accettato le richieste dell'Italia se avessimo saputo la mole di lavoro che ci sarebbe caduta addosso". Si tratta della prima volta che l'NIH offre supporto sistematico per le domande di borsa di un altro paese. "Ci siamo accordati con il governo Italiano per fare in modo di ritardare l'inizio della revisione una volta che avrema terminato le domande sul Recovery Act. Ci aspettiamo che una volta ricevuto il nostro aiuto, il governo italiano sia capace di continuare da solo. La maggior parte dei fondi per le ricerche biomediche in Italia viene da stanziamenti istituzionali, e non da un sistema di competizione per le borse tra i vari progetti di ricerca. Il sistema di peer-review italiano è spesso accusato di conflitto di interessi nel piccolo gruppo di revisori. "Vogliamo un cambiamento culturale. Ci serve un sistema di peer-review più trasparente e immune alle accuse di pregiudizio" ha detto Giovanni Lucignani, specialista di immagini diagnostiche dell'Università di Milano. Jacopo Meldonesi, neuroscienziato dell'Università di Milano, ritiene che il processo di revisione del NIH potrà funzionare meglio con il contributo di scienziati italiani. "Il fatto che il tutto stia avvenendo lasciando fuori la comunità italiana mi lascia perplesso".   

 












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