Sla: Padova, troppi malati cercano cure fuori regione E-mail
Scritto da www.asla.it   
Lunedì 25 Maggio 2009 11:33
''Ultimamente registriamo che pazienti veneti affetti da Sla (sclerosi laterale amiotrofica) in cura da tempo presso le strutture locali, con diagnosi confermate e terapie avviate, decidono di andare a curarsi fuori regione''. E' questo l'allarme lanciato oggi da Daniela Fasolo, vicepresidente dell'Asla di Padova (www.asla.it), associazione di sostegno ai malati di Sla.
''Naturalmente – ha precisato Fasolo -  non si intende opinare la liberta' di ciascun malato di rivolgersi alle strutture e ai professionisti che ritiene piu' idonei: quando mio marito si ammalo' di Sla non solo lo portai fuori regione, ma addirittura all'estero. Credo pero' che a un certo punto ci si accorga che, con l'avanzare della malattia, gli spostamenti su lunghe distanze diventino un calvario inutile per il paziente e per chi condivide con lui la quotidianita', e che sarebbe essenziale poter usufruire di un centro di cura ben attrezzato nel proprio territorio''.
''Principalmente sono due - ha continuato - gli aspetti di questa tendenza alla ricerca di nuovi punti di riferimento a preoccuparmi: il primo consiste nel fatto che questo esodo fuori regione, rincorrendo,  temo, false aspettative, comporta per il Veneto una spesa enorme in termini di rimborsi, soprattutto per le giornate di ricovero: soldi che non saranno piu' a disposizione della sanita' veneta ma di quella delle regioni vicine. La seconda questione, forse ancora più preoccupante, e' che proprio a causa di questa maggiore spesa i servizi offerti ai malati in Veneto potrebbero diminuire e peggiorare di qualita', a discapito dei pazienti stessi''.
''Tale ricerca disperata al di fuori dei confini regionali- ha aggiunto il vicepresidente dell'associazione - potrebbe essere dettata non dall'insoddisfazione dei pazienti per le cure ricevute dagli specialisti del nostro territorio, di cui anzi sembrano essere soddisfatti, bensi' dalla speranza che un centro formalmente riconosciuto come esclusivamente dedicato alla Sclerosi Laterale Amiotrofica possa offrire piu' qualita' all'utenza e possedere strutture maggiormente all'avanguardia per la cura ed il trattamento della malattia. Paradossalmente, da  oltre dieci anni un gruppo di medici e ricercatori dell'Universita' di Padova si occupa prevalentemente di questa drammatica malattia, investendo tempo e risorse anche al di la' dei propri oneri professionali, senza tuttavia vedere riconosciuto formalmente il proprio operato''.
''Quello che ci auguriamo come associazione – ha concluso - e' che la regione Veneto reagisca offrendo di piu' ai suoi malati, magari a partite dall'attivazione del Centro di Riferimento per la Sla a Padova, promessa che sentiamo farci da anni ma che non si e' ancora concretizzata. Credo sia importante comprendere come la spesa, tutta in perdita, che si sostiene per le cure fuori regioni sia ben maggiore a quella che si sosterebbe – questa volta a titolo di investimento – finanziando Centri di riferimento ufficiali e servizi all'interno della Regione''.



 












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