Alzheimer: si rallenta ritardando la pensione E-mail
Scritto da Valentina Arcovio   
Lunedì 18 Maggio 2009 12:43
Contro tutti quelli che pensano che lavorare fa male alla salute, uno studio ha ora dimostrato il contrario, concludendo che chi va in pensione dopo i 65 anni ha piu' possibilita' di ritardare lo sviluppo del morbo d'Alzheimer.
Lo studio, condotto da un gruppo di ricercatori dell'Istituto di Psichiatria del King's College di Londra e pubblicato sulla rivista International Journal of Geriatric Psychiatry, ha scoperto che tenere  attivo il cervello puo' ritardare i primi sintomi della demenza.
Per arrivare a queste conclusioni i ricercatori hanno analizzato i dati di 1.320 pazienti affetti da demenza, di cui 382 uomini. Secondo le analisi e' emerso che le persone impegnate in un'attivita o che hanno rimandato la loro pensione hanno rallentato proporzionalmente l'esordio della malattia.
Questo perche', secondo i ricercatori, mantenere alto il numero di connessioni cerebrali durante la vita aiuta a proteggersi dalla perdita di massa di cellule nel cervello, che starebbe dietro alla demenza, creando la cosiddetta 'riserva cognitiva'.
''La maggior parte delle persone che vanno tardi in pensione - ha commentato Rebecca Wood, amministratore delegato dell'Alzheimer's Research Trust - lo fa per evitare le difficolta' finanziarie, ma ci puo' essere un motivo di speranza: la diminuzione del rischio di demenza''.
 












Template design by Braz Design - Template coding by Digitest