Procreazione: Sifes, Corte Costituzionale cambia panorama della riproduzione assistita |
Scritto da Societa' Italiana di Fertilita' e Sterilita' |
Mercoledì 13 Maggio 2009 14:13 |
''Alla luce della sentenza - ha affermato Maria Paola Costantini, esperta di diritto sanitario e membro del collegio di difesa nazionale – appare evidente come vi siano forti limiti alla discrezionalita' del legislatore riguardo alle pratiche mediche. L'unico soggetto legittimato a dare indirizzi sulle pratiche mediche puo' essere una societa' scientifica o meglio un organismo indipendente dalla politica con un alto livello di accreditamento scientifico che indichi ai centri le evidenze scientifiche e che validi le buone pratiche mediche. La sentenza conferma che ci si muove nell'ambito del diritto sanitario, con il principio della tutela del diritto alla salute e il principio di autodeterminazione del paziente''. Il convegno prosegue nel pomeriggio con le altre sessioni di lavoro, con una tavola rotonda e con la proiezione del documentario 'Turisti per forza'. |
''Un nuovo patto di genitorialita' tra la coppia e il medico che esegue il trattamento di cura dell'infertilita. E' questo quello che si deve costruire partendo proprio dalle indicazioni contenute nella sentenza con la quale la Consulta ha dichiarato parzialmente incostituzionale la Legge 40. Un patto basato su una assunzione di responsabilita' del medico e sulla sua autonomia nell'applicazione delle evidenze scientifiche e delle buone pratiche mediche. La scienza e la medicina dunque riacquistano la loro autonomia rispetto alla politica e a posizioni ideologiche. La sentenza della Corte in buona sostanza cambia il panorama della riproduzione assistita in Italia, ponendo in essere una condizione che migliorera' la qualità della vita dei pazienti''. Lo ha detto Antonino Guglielmino, medico ginecologo e presidente della Fondazione Hera di Catania aprendo il convegno nazionale della Societa' Italiana di Fertilita' e Sterilita' (Sifes) questa mattina a Palazzo Marini a ''La sentenza della Corte produce una nuova norma – ha spiegato Marilisa D'Amico, ordinario di diritto costituzionale alla Statale di Milano e membro del collegio di difesa dei pazienti davanti alla Consulta – una norma immediatamente applicabile che consentira' di produrre il numero di embrioni necessario alla paziente e di crioconservare quelli eventualmente non impiantati. Nella decisione della Corte un oggetto nascosto e la definitiva legittimita' delle pratiche necessarie alla diagnosi genetica di preimpianto che era alla base dei ricorsi. Le nuove norme stabilite dalla Corte non possono essere toccate da regolamenti o linee guida, ne' tanto meno da nuove norme legislative che entrino in contrasto con i principi stabiliti dalla Corte Costituzionale''.