Con mille euro al mese non si scopre la cura del cancro, Laura Soucek, cervello in fuga ci scrive E-mail
Scritto da Laura Soucek da San Francisco   
Lunedì 01 Dicembre 2008 13:31

Oggi e’ una bella giornata: finalmente, grazie ad un comunicato del CNR, il mio lavoro sta ricevendo l’attenzione che si merita anche in Italia. Purtroppo, io non sono li’ per godermela. Infatti, da più di sei anni vivo negli Stati Uniti. Come tanti, mi sono laureata alla Sapienza, a Roma, con 110/110 e lode ed ho un Dottorato in Genetica e Biologia Molecolare. Durante i miei studi a Roma, all’IBPM del CNR, Sergio Nasi ed io abbiamo creato una molecola con un enorme potenziale terapeutico nei tumori, Omomyc. Purtroppo, finito il dottorato, mi sono resa conto che, a parte uno stipendio ridicolo e contratti di 3 mesi in 3 mesi, non mi si offrivano ne’ i fondi ne’ i mezzi per dimostrare i meriti di Omomyc.

Cosi’ ho fatto i bagagli e mi sono imbarcata per un’avventura che allora pensavo sarebbe durata solo un anno. Sono venuta da queste parti, nel laboratorio di Gerard Evan, nel Dipartimento di Patologia e Centro di Ricerca per il Cancro della UCSF (University California San Francisco) con una borsa di studio del CNR per fare esperienza di ricerca all’estero (una borsa che non bastava nemmeno per pagare l’affitto!), ma sono stata poi assunta dall’Universita’ di San Francisco e sono rimasta molto di piu’ di quanto avrei immaginato. In America ho scoperto un altro modo di fare ricerca, con i mezzi migliori per lavorare, stipendi piu’ competitivi e collaborazione scientifica su piccola e larga scala. Qui se sei bravo ti premiano, una cosa che sembra logica e semplice, ma che in Italia non e’ sempre vera. Grazie a Gerard Evan ed ai fondi che gli Stati Uniti investono nella ricerca, nell’ultimo anno ho pubblicato due importanti articoli con i risultati di due progetti a cui ho dedicato cuore e tempo. Il primo e’ un lavoro su Nature Medicine, pubblicato alla fine del 2007. Si tratta di uno studio su modelli di cancro al pancreas, in cui abbiamo dimostrato che l’inibizione dei mastociti, cellule infiammatorie spesso coinvolte in allergie, e’ sufficiente a far sparire i vasi sanguigni del tumore, causandone la  regressione. Il secondo lavoro e’ appena stato pubblicato su Nature ed e’ quello di cui il comunicato del CNR fa menzione, perche’ iniziato con Sergio Nasi in Italia, e di cui lei ha gentilmente scritto sul Messaggero. Questo articolo, riguarda l’inibizione di un oncogene (gene che promuove la crescita dei tumori) chiamato “Myc”. Questo gene e’ deregolato nella maggior parte dei tumori umani. I nostri risultati dimostrano che inibire Myc puo’ avere straordinari risultati nella cura del cancro al polmone, ma relativamente minori effetti collaterali in altri tessuti (un lusso che la maggior parte delle chemio- e radio-terapie correnti non hanno), effetti che sono ben tollerati e, soprattutto, reversibili. Anche se al momento non esistono ancora farmaci che possano inibire Myc, noi crediamo che il nostro studio possa servire a dimostrare l’impatto che tale farmaci potrebbero avere per la cura dei tumori ed ispirare qualcuno perche’ li produca. Ora e’ il momento in cui la ricerca di base ha bisogno di collaborazioni con industrie farmaceutiche, e Gerard Evan, Sergio Nasi ed io stiamo esplorando la possibilta’ di interagire con compagnie con fondi pubblici e privati negli Stati Uniti o in Europa perche’ un farmaco anti-Myc diventi realta’.  

Come puo’ immaginare, io sono entusiasta del mio lavoro e sono felice che se ne parli finalmente in Italia, perche’ e’ il posto in cui sono cresciuta e in cui ho tutti i miei affetti piu’ cari. La mia ricerca e’ l’unico motivo per cui vale la pena continuare a soffrire di nostalgia tutti i giorni. Mi sarebbe piaciuto poterla condurre li’, ma non e’ stato possibile. In Italia abbiamo l’entusiasmo, le grandi idee, la voglia di fare, ma pochi mezzi. Sarebbe bello se, almeno per quanto riguarda la ricerca, la smettessimo di essere emigranti all’estero, non crede?

 Cordiali saluti,

 Laura

 












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