Sfruttare il web per aiutare le persone affette dalla sindrome da stanchezza cronica. E' a questo che aspira il protocollo terapeutico di prossima attuazione pubblicato su BMC Neurology e riportato dal sito www.osservatoriomalattierare.it, a cui ha dedicato alla malattia un ampio servizio. Il protocollo si chiama 'FITNET' e si ipotizza che possa essere una valida alternativa alla terapia cognitiva 'faccia a faccia'. La Sindrome da Stanchezza Cronica (CFS) non e' considerata attualmente una malattia rara, la sua incidenza infatti e' stimata tra lo 0,4 e l'1 per cento della popolazione, colpisce le femmine 4 volte piu' dei maschi, si presenta in genere tra i 20 e i 40 anni e puo' avere un impatto molto forte, fino ad impedire le normali attivita' di studio o lavoro. Questo male, tuttavia, condivide con molte malattie rare il fatto di non avere un’origine chiaramente identificabile, di non avere farmaci specificamente approvati per la terapia e di essere anche piuttosto difficile da diagnosticare. Attualmente uno degli approcci piu' utilizzati per intervenire nelle persone affette da fatica cronica e' la terapia cognitivo comportamentale, che richiede pero' di trovare e recarsi regolarmente da un terapeuta con competenze specifiche. Adesso, in alternativa a questo tipo di terapia, si pensa ad un approccio più 'moderno' che sfrutti il web. Per verificare l'efficacia del nuovo protocollo si prevede lo svolgimento di un trial clinico randomizzato su 140 adolescenti tra i 12 e i 18 anni con diagnosi di CFS: un gruppo di questi seguira' la terapia cognitiva tradizionale mentre gli altri il programma FITNET. Dopo 6 mesi, il gruppo precedentemente sottoposto alla terapia tradizionale avrà accesso al programma web based. Ci sara' per i soggetti partecipanti allo studio una valutazione basale, una post intervento e una a 6 mesi dalla conclusione. I principali criteri che verranno utilizzati sono la presenza a scuola, la gravita' della fatica e le capacita' fisiche. Le persone affette da questa malattia, che viene considerata tale solo quando durano almeno 6 mesi, accusano comunemente, oltre alla stanchezza fisica, anche difficolta' nella concentrazione e nella memoria, tanto che alcuni lasciano o trascurano gli studi e il lavoro. Da questo talvolta puo' anche scaturire una depressione che va a aggravare, e talvolta a confondere, il quadro clinico. I pazienti, infatti, insieme alla fatica presentano anche sintomi che potrebbero far pensare ad una affezione virale, come febbre, mal di gola, cefalea e debolezza muscolare. Non si esclude che tra i fattori scatenanti della malattia possa anche esserci un fattore virale ma potrebbero essere coinvolti parimenti anche squilibri ormonali o problemi del sistema immunitario. Circa il 50 per cento dei pazienti si rimette entro cinque anni dalla comparsa dei sintomi iniziali della malattia. Tuttavia, la sindrome da stanchezza cronica spesso ha un decorso ciclico.
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