Diabete: studio, farmaco associato a rischio insufficienza cardiaca E-mail
Scritto da Valentina Arcovio   
Mercoledì 19 Agosto 2009 12:19
Migliaia di pazienti che assumono il farmaco per i diabete 'rosiglitazone' hanno maggiori probabilita' di sviluppare uno scompenso cardiaco o di morire rispetto a quelli che assumono altri farmaci.
Il farmaco, noto nel Regno Unito come 'Avandia', e' stato associato a un maggior rischio di insufficienza cardiaca e di morte tra i pazienti piu' anziani rispetto a chi assume il farmaco, noto come 'Actos'. A dimostrarlo e' stato uno studio pubblicato sulla rivista British Medical Journal.
In generale, i diabetici sono a maggio rischio di soffrire di problemi cardiaci rispetto alle persone sane e in precedenti studi entrambi i farmaci sono stati associati a un aumento del rischio. Ora un gruppo di ricercatori canadesi ha dimostrato che i pazienti affetti da diabete di tipo 2 che assumono il farmaco Avandia hanno il 23 per cento di probabilita' in piu' di sviluppare un'insufficienza cardiaca e il 14 per cento di probabilita' in piu' di morire rispetto ai pazienti che assumono Actos. Per questo, secondo i ricercatori, sarebbe difficile ora continuare a sostenere l'uso del 'rosiglitazone' per i pazienti diabetici.
''I nostri sisultati - ha detto David Juurlink del Sunnybrook Health Sciences Centre di Toronto, autore dello studio - suggeriscono differenze clinicamente importanti nei profili di sicurezza del rosiglitazone e del pioglitazone (Actos) nella pratica clinica''.  
Lo studio ha inoltre registrato prescrizioni record dei farmaci per il diabete. Sono stati infatti identificati quasi 40 mila pazienti di eta' inferiore o superiore ai 66 anni che hanno iniziato il trattamento tra aprile del 2002 e marzo del 2008. I pazienti trattati con il 'pioglitazone' hanno avuto un piu' basso rischio di insufficienza cardiaca e un significativo tasso di mortalita' inferiore ai pazienti trattati con il pioglitazone, ma non e' stata riscontrata alcuna differenza significativa nel rischio di attacco cardiaco.
Tuttavia, gli esperti invitano a non trarre conclusioni troppo affrettate nella scelta dei farmaci.
''Sappiamo gia' - ha commentato Peter Weissberg, direttore medico della British Heart Foundation - che sia il 'rosiglitazone' che il 'pioglitazone' possono aumentare il rischio di insufficienza cardiaca. Tuttavia, nonostante i risultati di questo studio, i metodi di ricerca utilizzati sono tali che non si puo' necessariamente concludere che un farmaco sia perggiore di un altro. Entrambi devono essere prescritti con cautela nei pazienti che soffrono di una malattia cardiaca. Nessuno deve interrompere il trattamento a causa di questo studio, ma i pazienti preoccupati dovrebbero discuterne con il loro medico di famiglia o diabetologo''.
 












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