Cancro alle ovaie, nuova tecnica induce le cellule malate a "suicidarsi" E-mail
Giovedì 30 Luglio 2009 13:57
Sviluppata una nuova terapia a base di nanoparticelle che induce le cellule tumorali delle ovarie a "suicidarsi". Le nanoparticelle, che trasportano del DNA che codifica una sostanza tossica, sono state testate con successo sui topi e i ricercatori ritengono che i primi test clinici sull'uomo potranno cominciare nell'arco di 18 o 24 mesi. Lo studio è stato svolto dal Massachussets Institute of Technology (USA) ed è stato pubblicato sulla rivista Cancer Research. "E' una ragione di speranza per la terapia del cancro alle ovaie" ha detto Janet Sawicki del Lankenau Institute for Medical Research, a capo dello studio. "I risultati sono promettenti, ed un passo avanti nel campo delle terapie che bersagliano le cellule malate senza toccare quelle sane". La nuova tecnica utilizza delle nanoparticelle di polimeri biodegradabili, che trasportano dei geni che codificano per la tossina della difterite. Questi "geni del suicidio" si inseriscono nel codice genetico delle cellule tumorali e cominciano a produrre la tossina, che uccide le cellule stesse. "I tumori alle ovaie rallentano la crescita, o la arrestano del tutto" ha detto Sawicki. Per altri scienziati esperti in tumori, questa nuova tecnica è un grande risultato. "Nella cura dei tumori, l'efficacia principale di una terapia si misura dalla capacità di colpire il giusto bersaglio" ha detto Edward Sausville, della University of Maryland. "Questa nuova tecnica ci riesce appieno, risultando molto efficace".
 












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