Tumore al cervello, nuova tecnica prevede lesito delle terapie E-mail
Giovedì 30 Luglio 2009 13:11
Predire se un tumore cerebrale reagirà bene ai farmaci prima ancora di cominciare il trattamento. Una nuova tecnica sviluppata dall'University of California, Los Angeles (UCLA) è infatti capace di prevedere ben sei mesi prima dell'inizio delle cure se un cancro al cervello si rimpicciolirà se sottoposto ai farmaci, oppure se non reagirà come sperato alle terapie. La tecnica, esposta nella rivista Radiology, sfrutta i movimenti d'acqua all'interno del tumore ed ha un'accuratezza del 70 per cento. "Molti pazienti ammalati di tumore al cervello utilizzano il medicinale Avastin, che ne riduce le dimensioni bloccando l'afflusso sanguineo" ha detto Whitney Pope, ricercatore a capo dello studio. "In metà dei casi tuttavia i pazienti non rispondono bene alla terapia, ma subiscono comunque gli effetti collaterali. Avastin è un medicinale costoso, e tuttavia non finora non c'era un modo per sapere se avrebbe funzionato". La nuova tecnica dell'UCLA, invece, promette proprio di valutare preventivamente la risposta, evitando ai pazienti ed ai servizi sanitari terapie costose ed effetti collaterali indesiderati. "Le cellule cancerose utilizzano dei fattori di crescita chiamati VEGF per crearsi dei vasi sanguinei ed alimentarsi" ha spiegato Pope. "Avastin agisce sui VEGF e blocca il nutrimento al tumore. Un maggior movimento d'acqua all'interno del tumore è associato ad un maggior livello di VEGFG nel tumore: poichè Avastin va a bloccare i fattori di crescita, funziona meglio proprio dove i fattori di crescita sono più presenti". Per i ricercatori, conoscere delle informazioni sulla risposta alle terapie prima di effettuarle permetterà ai medici di elaborare strategie su misura per ogni paziente.
 












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