Un nuovo approccio per curare i tumori, anche quelli inguaribili E-mail
Scritto da Roberto Inchingolo   
Venerdì 29 Maggio 2009 16:33
Due nuovi studi pubblicati oggi su Cell mostrano che anche i tipi di cancro considerati finora "incurabili" possono essere trattati sfruttando un approccio indiretto, che punta alla ricerca delle debolezze delle cellule cancerogene. Le nuove strategie riguardano la mutazione del KRAS, una variante genetica piuttosto comune che può comparire in leucemie, cancri al pancreas e ai polmoni. Una mutazione del gene KRAS rende le cellule molto più resistenti ai farmaci che normalmente vengono utilizzati. "Una situazione veramente frustrante" ha detto Gary Gilliland, dell'Harvard Medical School, autore di uno degli studi assieme al suo collega William Hahn. "Conosciamo da tempo la mutazione, ma non abbiamo mai potuto fare niente per combatterla". Stephen Elledge della Howard Hughes Medical Institute e della Harvard Medical School, a capo del secondo studio, spiega: "Ci siamo posti allora un quesito: di cosa hanno bisogno le cellule con la mutazione KRAS per sopravvivere?" La nuova strategia si basa infatti sulle debolezze innate delle cellule cancerogene: invece di attaccarle direttamente, sfrutta le 'dipendenze' che queste cellule hanno verso certe sostanze. "Le cellule del cancro" spiega Elledge "sono malate e devono scendere a compromessi per poter sopravvivere. Hanno bisogno di sostanze specifiche e questa è una forma di debolezza. Attaccare i geni che producono queste sostanze può risultare letale per le cellule del cancro, ma non per quelle sane". Elledge e colleghi hanno scansionato l'intero genoma utilizzando l'RNA interference, una tecnica che permette di bersagliare i geni scelti con piccoli frammenti di RNA, riducendone drasticamente l'attività. La ricerca si è focalizzata sul PLK1, un enzima la cui diminuzione di attività ha causato un aumento delle possibilità di sopravvivenza nei pazienti affetti da tumori KRAS. "Farmaci progettati per influenzare PLK1 potrebbero essere benefici alla sopravvivenza" ha detto Elledge. Gilliland e Hahn hanno invece concentrato i loro sforzi sulle chinasi, enzimi responsabili della modifica delle altre proteine. Ne è risultato che "una diminuzione del 50-70 per cento del STK33, un enzima chinasi, può bastare ad uccidere una cellula cancerosa. Questo risultato è indipendente dal tessuto d'origine: questo può significare che il trattamento dell'STK33 funzionerebbe per diversi tipi di un tumore KRAS". Le modalità di cura del cancro finora sono sempre state "dirette": si cercava la mutazione e si tentava di curarla, con risultati non sempre positivi. Queste nuove strategie mostrano come sfruttare le debolezze delle cellule cancerogene che quelle sane non hanno può aprire la strada a nuovi tipi di terapie.
 












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