Premio europeo per gli inventori dei farmaci contro malaria e leucemia E-mail
Scritto da Cordis   
Martedì 05 Maggio 2009 15:03

La lotta contro la leucemia e la malaria - due delle piu' virulenti malattie a livello mondiale - e' stata premiata con due dei quattro riconoscimenti previsti dal premio Inventore europeo dell'anno. A darne notizia e' stato un articolo pubblicato sul notiziario Cordis.
Il chimico medico Jurg Zimmermann insieme all'oncologo statunitense Brian Druker si sono aggiudicati il premio della categoria 'Industria' per aver inventato il farmaco 'Glivec'. Il 'Glivec' provoca un tasso di remissione del 98 per cento nei pazienti affetti da leucemia mielogena cronica (Cml) - una forma rara di leucemia che ogni anno colpisce circa 10 mila persone.
La Cml un tempo era considerata una delle forme di cancro peggiori. L'unico trattamento era il trapianto di midollo osseo e la chemioterapia, entrambi estremamente dolorosi e con molti effetti collaterali, dal momento che queste terapie colpiscono sia le cellule cancerose che quelle sane. Il 'Glivec' rappresenta una svolta nella terapia del cancro perche' colpisce soltanto le cellule malate.
''Esistono varie forme di leucemia - ha detto Zimmermann - e il Glivec viene usato soltanto per la Cml. Si tratta di un fatto estremamente importante. Credo che sia il nuovo modo in cui sara' affrontata la medicina in futuro. Tramite una diagnosi molto specifica il tasso di successo del Glivec supera il 95 per cento. In passato la diagnosi era meno specifica e la chemioterapia non selettiva. Venivano attaccate tutte le cellule''.
Alla fine degli anni ottanta Zimmermann e Druker iniziarono alla ricerca di una cura per la Cml, dopo che ricercatori statunitensi avevano scoperto che il 95 per cento dei pazienti affetti da Cml avevano un cromosoma stranamente corto. Cio' conduce ad un scambio nel Dna che crea una proteina di segnalazione difettosa chiamata 'Bcr-Abl'. I ricercatori si misero allora alla ricerca degli inibitori della 'Bcr-Abl'.
''Durante la replicazione del Dna, una parte del cromosoma A scambia posizione con il cromosoma B'', ha detto Zimmermann. Non sappiamo perche' cio' avvenga; in alcuni casi potrebbe essere dovuto a fattori ambientali, ma in altri si tratta probabilmente di sfortuna. Nell'organismo gli errori avvengono continuamente, ma di solito vengono corretti. Nel caso della cellula cancerosa l'errore non viene individuato''.
Per i pazienti l'assenza di effetti collaterali e' un notevole vantaggio perche' possono evitare estenuanti e dolorose sedute di chemioterapia. ''Una delle maggiori attrattive del Glivec per i medici- ha affermato Zimmermann - e' la sua eccezionale tollerabilita'. Spesso i pazienti non lo percepiscono affatto. Le persone di solito soffrono terribilmente a causa della chemioterapia, ma quando abbiamo condotto i primi trial clinici con il Glivec, i pazienti chiedevano: 'Mi ha dato un farmaco placebo?'. Alcuni medici hanno subito detto che non poteva trattarsi di un farmaco contro il cancro e che non avrebbe funzionato''.
Eppure il Glivec ha funzionato. I leucociti nei pazienti sono diminuiti notevolmente, gli effetti collaterali erano pressoche' inesistenti e il Glivec è ora il primo trattamento usato per i pazienti con Cml.
''Abbiamo lavorato secondo un principio molto semplice'', ha spiegato Zimmermann. ''Abbiamo esaminato la differenza tra cellule sane e cellule cancerose - ha continuato - e cercato di capire cosa distingueva le cellule cancerose da quelle sane. Questo era il nostro obiettivo''.
Un'altra malattia terribile, che sta destando proccupazioni in Africa, e' la malaria. Trasmessa dalle zanzare, la malaria infetta gli esseri umani da 50 mila anni. Attualmente uccide tra i tre e i cinque milioni di persone l'anno, soprattutto nell'area subsahariana.
Yiqing Zhou dell'Istituto di microbiologia e epidemiologia di Pechino (Cina), che e' stato insignito del premio per l'Inventore europeo dell'anno nella categoria 'Paesi non europei', ha creato un nuovo farmaco per combattere la malaria che e' la combinazione di un antico rimedio cinese e un agente antimalarico moderno.
Nel corso dei secoli sono stati usati molti rimedi a base di erbe e terapie farmacologiche per combattere la malaria, ma il parassita della malaria e' tenace e ha piu' volte sviluppato una resistenza ai diversi trattamenti.
Zhou ha attinto alla medicina cinese tradizionale e ha combinato l'Artemisia annua, che e' stata usata nel trattamento della malaria per millenni prima che facessero la loro comparsa i farmaci moderni, con un farmaco antimalarico gia' dimostratosi efficace - il 'benflumentol' - per creare un farmaco che ora viene commercializzato con il nome 'Coartem'.
Combattere la malaria e' una crociata personale per Zhou - ne e' stato colpito egli stesso e ha visto decimare intere popolazioni in Cina, tra cui anche i militari.
''La medicina cinese - ha detto Zhou - rappresenta la mano destra e la medicina occidentale quella sinistra. Insieme radoppiano la forza del rimedio''.
Silvio Gabriel di Novartis, che commercializza il Coartem, ha dichiarato: ''Occorre un bravo inventore come il professore e il suo team per combinare un'erba tradizionalmente usata [...] con un farmacao occidentale con vantaggi antiparassitari''.
''Finora non abbiamo notato delle resistenze. Ma questa - ha aggiunto - rimane una possibilita', e' quindi molto importante continuare ad usare altri metodi come le zanzariere e gli spry''.
Il 'Coartem' e' un trattamento semplice che consiste di 12 pillole, di cui ne vanno assunte 4 al giorno per 3 giorni di seguito. Nei paesi africani sta ottenendo dei risultati straordinari. In Ruanda il tasso di decesso a causa della malaria si e' ridotto del 60 per cento, mentre in Etiopia la mortalita' infantile è diminuita del 50 per cento. Nello Zambia i casi di malaria si sono ridotti dell'80 per cento e i decessi del 90 per cento.
Finora sono stati eseguiti piu' di 235 milioni di trattamenti con il 'Coartem', salvando presumibilmente 650 mila vite. Silvo Gabriel ha detto: ''I risultati sono straordinari. In alcune aree, come la Tanzania, non siamo piu' in grado di svolgere prove cliniche perche' non riusciamo piu' a trovare un numero sufficiente di pazienti''.

 












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