Dopo AdA, largo al SuperB, costa quanto 3 caccia da guerra
Scritto da Ufficio Stampa INFM   
Martedì 06 Dicembre 2011 16:18

Roma - In Italia non solo la tradizione della ricerca d’eccellenza ma anche il suo futuro. Dopo aver celebrato il primo dicembre il cinquantesimo anniversario della costruzione di AdA, l’Anello di Accumulazione precursore degli attuali acceleratori di particelle con i quali si studiano i primi istanti dell’universo dopo il Big Bang, la ricerca italiana chiede che il nostro Paese si impegni al massimo per accogliere il nuovo progetto superB. Il fratello minore della macchina LHC del Cern di Ginevra è già stato inserito nel piano nazionale della ricerca e finanziato in parte dal MIUR. Verrà realizzato in collaborazione con Francia, Inghilterra e Russia, nell’area di Tor Vergata che fa capo al polo scientifico di Frascati Scienza. Il nuovo acceleratore superB farà luce sulle questioni aperte della fisica subnucleare e costerà 650 milioni di euro: un impegno economico importante per i paesi che vi contribuiranno. “Si tratta in ogni caso di un costo simile all’acquisto di tre caccia da guerra, il 4% del costo annuo della difesa italiana o il 2% dell'evasione annua dell'IVA - spiega Giovanni Mazzitelli, vice responsabile della divisione acceleratori di INFN e vice presidente di Frascati Scienza - Esiste inoltre un ritorno diretto nello sviluppo di tecnologie quotidiane, come la medicina nucleare di cui TAC e PET ne sono un esempio, o nelle cura di malattie altrimenti incurabili. Anche i sistemi di computing e trasmissione dati come il web, sono frutti diretti delle nostre ricerche. Bisogna aggiungere inoltre che una infrastruttura come superB genererà un notevole indotto economico sia in fase di costruzione, sia come centro internazionale di eccellenza”.

Il ricercatore dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare sottolinea come le due frontiere del sapere di oggi siano l'infinitamente grande, foto del nostro universo attuale su grandi scale, e l'infinitamente piccolo, immagine del nostro universo 14 miliardi di anni fa. Per questo la ricerca fondamentale è così importante: investire denaro per scoprire com’è fatto l’universo, studiare i mattoni che compongono la materia che ci circonda per rendere possibile il progresso del sapere e della tecnologia quotidiana. Sono queste le linee di sviluppo per il futuro promosse da Frascati Scienza in occasione dei festeggiamenti, il primo dicembre scorso, per l’Anello di Accumulazione (AdA), la nonna degli attuali acceleratori.

“Se oggi sappiamo prevedere il tempo meteorologico, muoverci con macchine e aerei, comunicare, curare alcune malattie, lo dobbiamo solo al fatto che la ricerca fondamentale da decine di anni indaga e osserva la natura - continua Giovanni Mazzitelli - L’Italia è leader nel campo della fisica delle particelle fin dai tempi di Fermi e oggi queste ricerche continuano grazie a potenti acceleratori nipoti di quello realizzato nei Laboratori dell’INFN cinquanta anni fa”.
“Ancora oggi e sopratutto nel futuro, se adeguatamente supportati, gli acceleratori discendenti di AdA saranno all'altezza della nonna”, conclude Giuseppe Mazzitelli, presidente di Frascati Scienza, l’Associazione impegnata nella divulgazione e nella comunicazione della scienza che organizza ogni anno la Notte Europea dei Ricercatori nell’area tuscolana. Tra i suoi associati i principali enti di ricerca nel polo scientifico più grande d’Italia (Asi, Cnr, Enea, ESA-Esrin ,Inaf, Infn, Ingv, le tre Università romane e il Comune di Frascati).

 












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