CNR studia polimeri alternativi pe rtessuti antibatterici
Scritto da Almanacco della Scienza per il CNR   
Lunedì 09 Maggio 2011 13:48

Produrre tessuti antibatterici sfruttando le proprieta' di polimeri alternativi che riescano a prevenire le infezioni. E' quello che sta facendo l''Istituto per lo studio delle macromolecole (Ismac) del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr) di Biella nell'ambito del progetto 'Anfibio ('ANtibacterial and electromagnetic interference shielding FInishing for BIOmedical and technical textiles'). Il progetto e' stato presentato in un articolo del notiziario Almanacco della Scienza.
Durante l'uso gli abiti possono entrare in contatto con microorganismi che proliferano all'interno dei tessuti con conseguenze sgradevoli sia per chi li indossa (cattivi odori, infezioni) che per gli stessi vestititi (perdita di colore, aumento della fragilita'). Per ovviare a questi inconvenienti si ricorre a sostanze antibatteriche in grado di limitare o annullare la presenza di microrganismi. Le piu' utilizzate (ioni argento, triclosan) vengono pero' gradualmente rilasciate dai tessuti e si disperdono nell'ambiente e sulla pelle, andando incontro a diminuzione di efficacia e inquinamento dell'ambiente. Il mercato dei tessili antibatterici e' in continuo sviluppo e le ricerche in questo settore si stanno intensificando e affinando con l'uso di tecnologie alternative per limitarne la dispersione nell'ambiente e sulla cute.
''Lo scopo del nostro progetto e' quello di produrre tessili antibatterici, utilizzando trattamenti superficiali non convenzionali a base di polimeri sintetici bioattivi e sostanze proteiche naturali con cariche positive'', ha spiegato Claudia Vineis del Ismac-Cnr di Biella.
''I trattamenti sviluppati nel nostro Istituto - ha proseguito la ricercatrice - si adattano ai nuovi bisogni del mercato e alle esigenze legislative. I nuovi materiali sono legati direttamente alla superficie delle fibre e quindi non si disperdono nell'ambiente o sulla pelle. In particolare, i polimeri sintetici vengono prodotti direttamente sulla superficie tessile, mentre quelli naturali vengono estratti da materiali proteici e depositati sulle fibre mediante processi di deposizione''.
I materiali sviluppati ''sono stati testati secondo le norme internazionali e hanno dimostrato un'efficienza antibatterica del 99 per cento contro Escherichia coli e sono in corso i test di antibattericita' contro Staphilococcus aureus e Klebsiella pneumoniae'', ha spiegato Vineis. ''Data l'importanza nei manufatti tessili della resistenza del trattamento ai lavaggi - ha continuato - le attivita' di ricerca si stanno concentrando ora anche sul miglioramento di questi aspetti. L'iniziativa di ricerca transnazionale finanziata dalla Regione Piemonte e dall'Unione Europea attraverso il bando ‘Manunet ERA-Net'''
'Industrial coordinator di Anfibio' e' la ditta biellese Yanga srl, specializzata nella produzione di bendaggi tubolari per uso sanitario, in collaborazione con il Centro di Ricerca spagnolo Ain (Associacion de la industria Navarra) e la spagnola Lorpen, una delle piu' conosciute aziende produttrici di calze tecniche.

 

 












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