Spazio: 520 giorni per simulare il viaggio su Marte |
Scritto da AGI |
Martedì 06 Dicembre 2011 17:27 |
(AGI) - Roma - Non ci crede nemmeno un po' che un giorno potra' andare su Marte, ma l'esperienza di provare a vedere l'effetto che potrebbe avere una missione spaziale come quella l'ha voluta provare lo stesso. Diego Urbina, italiano e membro della Mars 500, l'esperimento organizzato a mosca dall'Agenzia Spaziale Europea che insieme ad altri 5 colleghi russi, francesi e cinesi ha partecipato a uno degli esperimenti più suggestivi dell'esplorazione spaziale. In un modulo all'interno del centro spaziale di Mosca, Urbina ha infatti trascorso 520 giorni in completo isolamento. Scopo della sua missione era quello di valutare l'impatto sul lungo periodo di un eventuale viaggio su Marte di un equipaggio umano. "So che non potro' mai far parte di una vera e propria missione spaziale - ha spiegato oggi Urbina nel corso di una conferenza stampa a Roma - perchè non faccio parte del corpo degli astronauti dell'Esa, ma sono comunque contento di aver partecipato a questa missione, perche’ mi ha permesso di offrire il mio contributo diretto a quello che considero un passaggio evolutivo della nostra specie, che è quello dell'esplorazione spaziale e della colonizzazione di altri pianeti". Insieme al suo compagno francese Romain Charles, l'ingegnere 27enne di Torino, ha illustrato oggi gli aspetti più significativi della sua esperienza. ''Nel corso della missione - ha detto - abbiamo testato diversi strumenti, effettuato anche esperimenti e abbiamo verificato la risposta del nostro fisico a questo tipo di isolamento sia sotto il profilo fisiologico che psicologico''. Diego Urbina non è l'unico protagonista italiano in questa missione. A sviluppare i prodotti che hanno nutrito l'equipaggio della missione ha pensato infatti la Granarolo. "Per noi - ha spiegato Andrea Borsari, responsabile scientifico della casa alimentare - si è trattato di una sfida molto interessante, che pero' siamo riusciti a superare con successo''. Il problema piu' rilevante, sotto il profilo tecnologico, è stato quello del mantenimento della qualità degli alimenti imbracati a bordo della missione. Granarolo ha esplorato alimenti in ambito lattiero caseario che potessero essere inclusi nella dieta dei partecipanti in collaborazione con l’Unità Operativa di Gastroenterologia del Policlinico Sant’Orsola Malpighi di Bologna.Tre i prodotti proposti da Granarolo e scelti dall’Istituto per Problemi Biomedici (IBMP) di Mosca: Yomo Rinforzo Plus, Yomo 100% Naturale 0,1% di grassi e il Parmigiano Reggiano, tutti prodotti in commercio, ma studiati per una fruizione “speciale” nella capsula spaziale. L’obiettivo di Granarolo è stato quello di garantire la conservazione più a lungo possibile utilizzando il processo di liofilizzazione per lo yogurt e per i latti fermentati e modificando il packaging per agevolare le difficoltà di trasporto e di stoccaggio. In fase di confezionamento inoltre l’ossigeno dell’aria è stato sostituito con l’azoto. In particolare, lo Yomo Rinforzo Plus in diversi gusti di frutta - con fermenti lattici, probiotico LGG, fibre FOS solubili - è stato liofilizzato e confezionato in buste monodose utilizzando un nuovo materiale con barriera all’ossigeno, pluristrato con alluminio e nuove modalità di confezionamento con un’ atmosfera di azoto. Successivamente è stato confezionato in multipack da 10 buste in sacchetto pluristrato plastico con nuova barriera, sottovuoto compensato in azoto. |