Alzheimer: studio Campus Bio-Medico finanziato da bando "Giovani Riecrcatori"
Scritto da Campus Bio-medico di Roma   
Lunedì 29 Marzo 2010 11:12
Riuscire a diagnosticare molto precocemente e con bassissimi costi per il Servizio Sanitario Nazionale il morbo di Alzheimer, in modo da rendere piu' efficaci le terapie di contrasto alla malattia che sono tuttora allo studio. Questo e' lo scopo del progetto di ricerca 'Prediction of cognitive decline in mild cognitive impairment (MCI) subjects carrying genetic risk factors based on quantitative EEG and transcranial magnetic stimulation markers', presentato da un consorzio di ricercatori dell'Universita' Campus Bio-Medico di Roma, dell'IRCCS di Oasi Troina (EN) e dell'Universita' di Foggia.
Lo studio e' risultato 28esimo su 997 progetti presentati per il Bando per giovani ricercatori del Ministero della Salute, che finanziera' i primi 52 classificati in base a una graduatoria stilata dagli esperti stranieri del National Institute of Health (NIH) statunitense.
Florinda Ferreri, ricercatrice dell'Unita' Operativa di Neurologia del Policlinico Universitario Campus Bio-Medico diretta da Paolo Maria Rossini, cosi' spiega gli obiettivi della ricerca: ''Attraverso una nuovissima tecnica, che consente l'analisi combinata dell’attivita' cerebrale mediante Elettroencefalogramma (EEG) e Stimolazione magnetica transcranica (TMS), pensiamo di riuscire a riscontrare in modo scientificamente rilevante delle differenze nella connettivita' cortico-corticale tra soggetti normali e persone che svilupperanno, nel tempo, la malattia dell'Alzheimer in modo manifesto. Ad oggi, una diagnosi di probabilita' precoce e' possibile solo effettuando, tutti insieme, Risonanza Magnetica dell'encefalo ad alta definizione, studi morfometrici (misurano il volume di alcune specifiche aree cerebrali), PET o SPECT, test neuropsicologici accurati ed esame del sangue per rischio genetico: esami molto costosi e difficilmente effettuabili in un’unica struttura''.
Alla sperimentazione, che durera' 3 anni, verranno sottoposte 250 persone, tutte di eta' compresa tra i 60 e gli 80 anni: 150 affette da lieve declino cognitivo, 50 con morbo di Alzheimer conclamato e 50 soggetti sani, come gruppo di controllo.
Il progetto complessivo sara' finanziato dal Ministero della Salute per una cifra totale pari a 430 mila euro.
Il gruppo di lavoro dell'Universita' di Foggia fornira' utili indirizzi per lìanalisi dei segnali degli esami clinici, mentre i ricercatori dell'IRCSS di Oasi Troina si occuperanno della valutazione genetica dei soggetti coinvolti nell'esperimento. La ricerca, infatti, si propone di trovare anche eventuali correlazioni tra predisposizione genetica e attivita' cerebrale nei casi di Alzheimer.
I risultati preliminari dello studio saranno disponibili entro la fine del 2010.
In Italia, secondo quanto rilevato dallo studio ILSA ('Italian Longitudinal Study on Aging'), la demenza senile interessa il 5,3 per cento degli uomini ultrasessantacinquenni e il 7,2 per cento delle donne della stessa eta'. La malattia di Alzheimer e' la forma piu' frequente di demenza in Europa, Stati Uniti e Canada, rappresentando dal 50 all'80 per cento dei casi totali.
I dati relativi alla prevalenza della demenza senile riportati negli studi condotti in diversi pPaesi industrializzati indicano tassi abbastanza comparabili, che oscillano intorno al 5 per cento nei soggetti di eta' superiore ai 65 anni, con valori dal 3,4 al 6,7 per cento. La prevalenza specifica di questa patologia arriva al 40 per cento nel gruppo di eta' compreso tra gli 85 e gli 89 anni: dati che evidenziano come la patologia dell'Alzheimer sia oggi uno dei problemi piu' urgenti da risolvere per una migliore organizzazione dei servizi sanitari, visto il consistente aumento della popolazione in questa fascia d'eta'.
 












Template design by Braz Design - Template coding by Digitest