Nucleare: Forasassi (Cirten) sbagliato definire incidente episodio Tricastin E-mail

"Per usare una terminologia corretta, per quanto ne sappiamo ad oggi,  a Tricastin non c'è stato un incidente, ma una semplice deviazione dal funzionamento normale". Per Giuseppe Forasassi, docente di ingegneria nucleare dell'Università di Pisa e presidente del Consorzio Interuniversitario per la Ricerca Tecnologica Nucleare, quanto avvenuto ieri nella centrale francese di tricastin "è un episodio che non puo' nemmeno essere classificato come un incidente vero e proprio". "Infatti - spiega all'Agi il docente pisano - le autorità francesi lo hanno classificato attualmente al livello zero della scala Ines". Il riferimento è alla scala Ines, la International Nuclear Event Scale, che è riconosciuta a livello internazionale e serve a tutti gli operatori come riferimento per classificare e gestire eventuali guasti all'interno di una centrale nucleare. La scala Ines è costituita da sette livelli che vanno da uno a sette. Quest’ultimo è il livello massimo della scala ed è attribuito ad incidenti come quello di Chernobyl. L'episodio di Tricastin è invece a livello zero, un sottolivello della scala Ines che e' stato aggiunto di recente proprio per includere anche episodi come quello avvenuto ieri in Francia. "Di fatto - spiega Forasassi - gli operai della centrale sono stati sporcati (contaminati) da un po' di polvere, contenente cobalto radioattivo, fuoriuscita da un tubo sul quale stavano lavorando. La dose di radiazione che hanno assorbito - aggiunge l'esperto – è però, per le notizie che se ne hanno, irrilevante dal punto di vista sanitario. Meno cioe' di quanto se ne assorbe normalmente facendo una indagine radiografica". L'episodio però non ha mancato di sollevare una serie di polemiche anche in Italia su un eventuale ritorno del nostro paese al nucleare. "Il problema - spiega Forasassi - è che la radiazione è qualcosa che non viene percepito dai sensi, ma puo' essere misurata benissimo dagli strumenti. Per questo siamo in grado di controllarla molto bene, ma il pubblico tende ad averne, allo stesso tempo, una gran paura. Poi va considerato anche che all'interno delle centrali nucleari ci sono sensori sensibilissimi che sono in grado di rilevare radiazioni anche a livelli ridottissimi, quasi a quello di una singola o poche disintegrazioni atomiche al secondo, e quindi gli allarmi possono scattare subito". "Dal nostro punto di vista - conclude Forasassi - questo episodio testimonia non solo la sicurezza degli impianti nucleari, ma anche l'alto livello di trasparenza che c'è nel settore dove anche il più piccolo episodio viene immediatamente comunicato e reso pubblico con notevole risalto, cosa che non si può dire di tutti gli altri settori industriali ".

 












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