Check-up per l'Inaf: salute ottima, ma insostenibile E-mail
Un istituto al top della competitivita' scientifica mondiale, ma sottofinanziato da anni, tanto da precludere oramai il mantenimento dei livelli di eccellenza raggiunti. A meno di un'immediata inversione di tendenza nei criteri di finanziamento alla ricerca. Questo il verdetto allarmante dei 10 visiting committee internazionali che hanno estensivamente visitato ed esaminato le 19 sedi dell'Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf).
All'Inaf e' tempo di esami. Al fine di stimolare al massimo la competitivita' delle proprie strutture, l'istituto si e' infatti sottoposto, in modo del tutto volontario, a una valutazione seria e meticolosa da parte di visiting committee internazionali: squadre di 'arbitri' indipendenti, altamente qualificati e, soprattutto, esterni all'Istituto per evitare il rischio dell'autoreferenzialita'. Ingaggiati, come avviene nei migliori centri di ricerca del mondo, per valutare in modo puntuale e concreto l'efficacia e la produzione scientifica delle proprie strutture e dei propri ricercatori.
Nei mesi scorsi, dunque, 35 'commissari' provenienti da 22 fra le piu' prestigiose istituzioni scientifiche mondiali, da Harvard al Max Planck Institut, divisi in team di tre o quattro membri, hanno visitato le 19 strutture dell'Inaf—Osservatori e Istituti di Astrofisica—sparse per l'Italia, soffermandosi per piu' giorni nelle diverse sedi. Il loro mandato? Analizzarne a fondo la produzione scientifica (partecipazione a progetti internazionali, pubblicazioni, brevetti e cosi' via), verificare lo stato della strumentazione e la dotazione dei laboratori. In totale liberta': accesso garantito a ogni facility, possibilita', ampiamente sfruttata, di parlare in modo confidenziale con il personale—ricercatori e non, precari compresi, per fare emergere con chiarezza i risultati conseguiti e i suggerimenti, ma anche i problemi e le eventuali criticita'.
Il tutto per preparare un rapporto dettagliato, una vera e propria scheda di valutazione, sullo stato di salute di ogni singola struttura, con punti di forza e di debolezza, indicando senza remore quali attivita' e progetti vale la pena mantenere, quali potenziare e quali portare rapidamente a conclusione.
''Adesso abbiamo a disposizione un quadro dettagliato e oggettivo dello stato dell'Istituto'' - ha commentato Tommaso Maccacaro, presidente dell'Inaf - ma soprattutto una serie di indicazioni importanti cui daremo seguito. Ci sono costate un notevole sforzo, e' stato anche necessario vincere alcune comprensibili resistenze. Ora pero' ci ritroviamo fra le mani dati preziosissimi. E abbiamo tutta l'intenzione di usarli, per pianificare al meglio la futura strategia dell'Istituto. Al tempo stesso, auspichiamo che anche la politica faccia la sua parte. Perche' il quadro complessivo che emerge dai rapporti dei visiting committee è quello di un Inaf che ha raggiunto livelli di eccellenza internazionale ma che non riuscira' a mantenerli se i finanziamenti di cui dispone rimarranno al livello attuale. Noi aspettiamo fiduciosi che quanto e' stato detto recentemente dal ministro Gelmini diventi realta'. Che si usi il merito scientifico come metro per la ridistribuzione delle risorse, non potendo distribuirne di nuove''.
L'ingaggio dei visiting committee non e' che la tappa piu' recente in un percorso di strenua valorizzazione del merito che l'Inaf persegue da quando e' nato. E che lo ha portato sin dagli esordi a confrontarsi con i processi di valutazione adottati nel settore della ricerca a livello internazionale. Traendone numerose soddisfazioni: primo in Italia nell'ambito delle Scienze fisiche e delle Scienze e tecnologie aerospaziali, stando ai piu' recenti rating del Civr (Comitato di Indirizzo per la Valutazione della Ricerca). E, insieme all'Universita' italiana, quinto al mondo, secondo la classifica dell'Istituto indipendente Thomson-Isi, per le pubblicazioni in Astrofisica. Infine, i ricercatori dell'Inaf si piazzano egregiamente anche nel gruppo d'elite degli scienziati piu' citati a livello internazionale: 13 fra i 351 astrofisici (3,7 per cento) col maggior numero di citazioni al mondo sono infatti dell'Inaf, o associati all'Istituto. Percentuali, queste, al top per il nostro Paese, parecchio superiori a quelle raggiunte dai ricercatori italiani nella gran parte delle  altre discipline scientifiche.
 












Template design by Braz Design - Template coding by Digitest