Nucleare, El Baradei: "necessario un mondo in cui il nucleare è usato in maniera sicura". E-mail

"Un messaggio di pace per gli uomini di buona volontà per un uso corretto e pacifico dell’energia nucleare"; è quanto ha lanciato Mohammed El Baradei, Direttore Generale della IAEA (International Atomic Energy Agency) e Premio Nobel per la Pace 2005, assieme al Ministro per le Politiche Europee Andrea Ronchi e i responsabili del Comitato per una civiltà dell’Amore. L'evento, svoltosi ad Assisi nel Sacro Convento, ha come scopo la promozione di un impiego pacifico dell'energia nucleare. "E' un grande privilegio per me essere invitato a parlare qui ad Assisi, luogo della nascita di San Francesco, figura di ispirazione per molte persone anche a secoli dalla sua morte" ha detto El Baradei. "Al di là delle differenze culturali, politiche e religiose, siamo tutti uniti da una comune umanità". El Baradei ha poi proseguito esponendo elencando numerosi problemi globali di povertà, e conflitti irrisolti che affliggono paesi come Palestina, Kashmir e Corea. "Un terzo dell'umanità vive con meno di 2 dollari al giorno, mentre i governi spendono 200 volte in più per le armi che per le opere di pace" ha detto El Baradei. "Ma non deve essere per forza così: questi ed altri conflitti e disuguaglianze possono essere risolti se la comunità internazionale agisce in tempo e con convinzione". Tre sono i punti fondamentali sui quali El Baradei ritiene che si debbano concetrare gli sforzi delle comunità internazionali: "Il primo è il fatto che una situazione di insicurezza locale, dovunque essa sia, può trasformarsi in insicurezza globale. Si deve riconoscere un collegamento diretto tra sviluppo e sicurezza, in modo da rompere un circolo vizioso che causa l'attuale situazione. L'agenzia che ho l'onore di guidare" ha continuato "la IAEA, ha due compiti fondamentali: bloccare la proliferazione di armi nucleari e rendere la tecnologia nucleare sicura per tutti". Il secondo punto è che le attuali minacce per l'umanità (povertà, guerra, degrado ambientale, malattie e armi di distruzione di massa) sono "senza confini, e richiedono lo sforzo cooperativo di tutto il pianeta. I metodi tradizionali per assicurare la sicurezza sono obsoleti in questo scenario". Il terzo ed ultimo punto, secondo El Baradei, è che "i conflitti di lunga durata possono essere risolti non curandone i sintomi, ma le cause, e soprattutto senza l'utilizzo di forza bruta o sanzioni ingiuste. Il diritto di ogni essere umano a vivere in pace deve essere il nostro obiettivo fondamentale". Il Nobel per la pace ha concluso il suo discorso richiamando la necessità di un mondo in cui "nessun paese può vantarsi di avere armi nucleari che altri paesi non hanno. E' necessario un sistema che metta la sicurezza e la solidarietà umane al primo posto, e permetta a tutti di condividere lo stesso destino di famiglia umana". Nel corso dell’incontro è stato inoltre presentato il Programma di conversione nucleare e sviluppo (Megatons to Development), che nasce nel 1987 dall’iniziativa di un gruppo di studiosi italiani, tra cui il fisico Edoardo Amaldi, allievo di Enrico Fermi, per la conversione dell’uranio presente negli arsenali nucleari militari in combustibile di pace, da impiegarsi nelle centrali nucleari esistenti.

 












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