La GE Hitachi Nuclear Energy ha proposto un nuovo sistema alternativo di riciclaggio per il combustibile nucleare. Il nuovo sistema, chiamato Advanced Recycling Center (ARC), potrebbe ridurre il volume delle scorie radioattive, estraendo anche il 90 per cento dell'energia presente nell'uranio, invece che il 2-3 per cento che riescono ad ottenere i reattori attuali. "Permette alle industrie di elaborare diverse strategie per le lo stoccaggio a lungo termine di scorie" ha detto Lisa Price della GE Hitachi Nuclear Fuel Cycle. "Spremendo tutta l'energia possibile dal combustibile, si riducono i tempi di stoccaggio, e si hanno molte meno scorie ad alta radioattività". ARC include i reattori veloci di quarta generazione raffreddati a sodio della GE Hitachi, i PRISM, assieme a delle apparecchiature di separazione elettrometallurgica capaci di ridurre, secondo la compagnia, anche i sottoprodotti in plutonio che possono essere usati per costruire armi nucleari. "I metodi di riprocessamento correnti estraggono il plutonio separatamente dall'uranio, un grande problema per i pericoli della proliferazione" ha detto Price. "ARC, invece, non estrae plutonio". Gli esperti del settore nucleare hanno detto che, nonostante il sistema ARC può potenzialmente aiutare a risolvere il problema delle scorie ed aiutare più paesi a costruire nuovi reattori, gli alti costi del progetto ne rendono difficile la realizzazione. "Molte industrie non includono i costi per il riprocessamento delle scorie nei loro piani di investimento, perchè i governi di solito se ne accollano le spese. Questo renderebbe ARC difficilmente appetibile" ha detto Tim Abram, della Manchester University in Britain. "Il concetto è semplice e teoricamente vantaggioso, ma data l'alta radioattività dei processi coivolti, i costi lievitano enormemente. La domanda è: possiamo rendere questo sistema economicamente vantaggioso? La risposta, al giorno d'oggi, è no". Price ha risposto alle critiche sostenendo che "anche lo stoccaggio a lungo termine è svantaggioso e costoso".