Università: sindacati sul piede di guerra contro il governo E-mail
I provvedimenti adottati dal governo in materia di politica universitaria, hano suscitato la dura reazione da parte della gran parte delle sigle e delle associazioni sindacali. In una nota congiunta, Andu, Adi, Apu, Cisal-Università, Cnru, Cisl, Cgil, Rnrp, Sun, Udu e Uilpa-Urafam hanno proclamato lo stato di agitazione in tutti gli atenei italiani. Inoltre è stata indetta il prossimo mercoledì una assemblea generale che si terraà a La Sapienza. Le proteste delle sigle sindacali sono indirizzate contro quella parte del decreto legge 112/08 che limita il turn over al 20 per cento del personale, taglia i fondi destinati alle universita', e introduce la possibilita' di trasformare gli atenei in fondazioni. Secondo i sindacati e le associazioni, questi provvedimenti "determineranno la scomparsa in breve tempo dell'Universita' italiana, come sistema pubblico nazionale, previsto e tutelato dalla Costituzione, il cui mantenimento deve essere a carico dello Stato e non a carico degli studenti e delle loro famiglie. E saranno soprattutto gli studenti ad essere danneggiati perche' non sara' piu' garantita una offerta formativa di qualita', che puo' essere fornita solo da Atenei in cui i docenti possano svolgere - inscindibilmente - ricerca e didattica di alto livello.
Il blocco del turn over, riducendo drasticamente il numero dei docenti in ruolo, impedisce il necessario ricambio generazionale, aggravando ulteriormente il problema del precariato, e non consente il giusto riconoscimento del merito a quanti operano nell'Università".
 












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