Fannulloni certificati E-mail

Certificati medici per ogni stagione, per ogni evenienza, per eventuali emergenze e su prenotazione. Dietro lo scandalo dei fannulloni che disertano gli uffici della pubblica amministrazione c’è sempre un certificato medico. Con un buon certificato in tasca, infatti nel nostro paese si può far di tutto. Si possono disertare gli esami di maturità, per esempio, oppure, come è successo a Napoli ci si può anche far togliere la multa perché non si portava il casco. Si può anche decidere di andare al mare e di farsi mandare la visita fiscale nella villa sulla spiaggia. Molto più semplicemente, grazie a un certificato medico, si può essere esonerati da servizi che non si vogliono più fare, come le guardie di notte nelle corsie degli ospedali come è successo all’Ospedale Grassi di Ostia: su 378 paramedici in organico ben il 42 per cento ha ottenuto il “minor aggravio”, ovvero per motivi vari e dietro presentazione di certificato sono stati esonerati chi dallo stare in corsia, chi dal sollevare pesi, chi addirittura dal fare le notti e spostati in ambulatorio o amministrazione. In pratica 158 persone spostate perché non possono fare sforzi.
L’Italietta dei fannulloni e dei furbi è infinita e sterminata. I casi più eclatanti riempiono le pagine di cronaca, ma quelle che finiscono sui giornali sono solo la punta di un iceberg che travolge tutto il mondo del lavoro soprattutto quello pubblico. Il costo a carico dei contribuenti è stato valutato in circa 14 miliardi di euro all’anno: un punto di Pil.
Il dato che forse rappresenta meglio di tutti questo fenomeno è  quello delle assenze per malattia registrate nei diversi comuni capoluogo. Il record assoluto va a Vibo Valentia, dove i dipendenti sono fuori per malattia per più di 25 giorni all’anno. Ma anche a Crotone, Viterbo, Roma, Alessandria, Benevento e Nuoro i giorni persi per malattia sono più di venti ogni anno.

E’ infatti proprio la malattia, uno dei parametri che definiscono meglio questo scandalo nazionale. Dietro a ogni fannullone c’è infatti sempre un certificato medico. Per capire cosa succede nel complicato mondo dei certificati e delle false malattie basta fare un giro nelle Asl di Napoli, di Roma e di Milano, nei dipartimenti che si occupano di organizzare le visite fiscali. Quelle che vengono richieste dai datori di lavoro (pubbliche amministrazioni e banche) per verificare l’attendibilità dei certificati che vengono portati a sostegno di una assenza di lavoro.
Il quadro che emerge è sconcertante. A Napoli, per esempio, nel distretto di Chiaia, Posillipo e San Ferdinando arrivano in media una ventina di richieste di visite fiscali ogni giorno. “Ma in certi periodi – racconta Luigi Rinaldi, medico della Asl Napoli 1 – raggiungiamo picchi di 50 e anche 60 visite al giorno”. Quando succede nei mesi invernali e cioè da febbraio ad aprile, quelli in cui sono in circolazione i virus influenzali non c’è niente di strano. Quando però questi picchi si raggiungono in mesi in cui l’epidemia di influenza è passata e cioè a maggio e giugno allora è lecito sollevare qualche dubbio. “In questo periodo dell’anno – spiega ancora Rinaldi – c’è un’altra forma di epidemia poco studiata dalla medicina: quella da esami di maturità”. Il bello è che a soffrire di questa singolare sindrome non sono gli studenti, ma i loro insegnanti, anzi, le loro professoresse, perché il fenomeno sembra riguardare soprattutto le donne. “Proprio con l’avvicinarsi degli esami di maturità – spiega il medico che da 24 anni svolge il suo servizio negli uffici di Via Chiatamone – passiamo le nostre giornate a visitare professoresse che non vogliono andare a fare gli esami e si danno malate. La diagnosi più frequente è sindrome ansiosa depressiva. La prognosi supera anche i venti o i trenta giorni”. Il medico arriva, trova la signora a casa che gli mostra un bel certificato con la firma di uno specialista della Asl a cui appartiene lo stesso medico fiscale. E’ un cane che si morde la coda. Contro una prognosi del genere il medico fiscale non può nulla, se non accertare che il presunto malato si trovi nella sua abitazione tra le 10 e le 12 e tra le 15 e le 19, come prevede la legge italiana. In caso di assenza si lascia un invito al portiere o nella buca delle lettere a presentarsi l’indomani in ambulatorio. “La cosa più divertente, se c’è da ridere su questo malcostume tutto italiano – dice Rinaldi - è che una volta fatti gli esami queste sindromi finiscono.”. Intanto però gli esami sono saltati e al posto delle prof finte malate si è dovuto ricorrere a dei supplenti.
La sindrome da maturità riguarda tutta Italia. Anche a Milano, nel distretto di Piazza Giovanni dalla Bande Nere “i picchi maggiori – racconta il direttore del centro visite fiscali, Massimo Aleo – si registrano alla vigilia degli esami di maturità”.
Dietro a tutto questo però c’è sempre un certificato medico, che nessuno può legittimamente contestare. Neanche il medico dell’Asl o quello dell’Inps. “Questo perché le patologie che vengono denunciate – spiega Andrea Magrini, direttore dell’Istituto di medicina del lavoro dell’Università di Tor Vergata – sono incontestabili”. Depressione, mal di testa, cefalea, vertigini, astenia, sono le malattie scelte dal fannullone per non andare a lavorare. “Perché si tratta – aggiunge Magrini – di sintomi che non possono essere determinati in maniera empirica. In pratica, il paziente arriva, racconta una frottola e tu sei obbligato a scriverlo sul certificato”. Il mal di schiena è l’esempio più comune. “Una persona – spiega ancora Magrini – ha un ernia al disco. Magari per anni non ha dolori. Poi litiga con il superiore o qualcosa va storto sul lavoro ed ecco che improvvisamente l’ernia del disco comincia a far male. Al punto che non si possono più fare certe mansioni e si chiede il trasferimento”. Poi c’è un altro aspetto da considerare: il rapporto tra medico di base – che rilascia i certificati – e il paziente. “In molti casi i medici – dice Magrini – hanno un rapporto del tutto singolare con i pazienti al punto che è difficile dire di no. Anche se a volte si esagera. A me è capitato addirittura che un paziente mi chiedesse a giugno un certificato medico preventivo, per il mese di agosto”.

 












Template design by Braz Design - Template coding by Digitest