Rettore Trento controcorrente, nessun danno da manovra E-mail

“All’ateneo di Trento riusciremo a garantire funzionalità e servizi. Continueremo a svolgere didattica e ricerca di ottima qualità. E, anzi, nel prossimo anno accademico partiremo con nuovi corsi di laurea e con un innovativo servizio di tutoraggio offerto agli studenti dei primi anni”. È sereno il rettore dell’Università di Trento, Davide Bassi. Tornato ieri sera da Roma, dove ha partecipato all’assemblea generale della conferenza dei rettori delle università italiane, questa mattina ha convocato i giornalisti per fare il punto sulla manovra finanziaria e sull’esito positivo di una serie di proposte di ricerca presentata dall’Università di Trento. 
Bassi spiega che il decreto Tremonti, che per le università italiane prevede tagli al Fondo di Finanziamento Ordinario ed un sostanziale blocco delle assunzioni nel quadriennio 2009-2012, ieri è stato approvato dalla Camera e da oggi è all’esame del Senato. “Le difficoltà ci sono, ma – almeno per Trento – non è affatto emergenza” afferma il rettore. Riferisce che il ministro all’Università Mariastella Gelmini si è impegnato ad apportare dei correttivi in linea con le richieste avanzate dal senato accademico di Trento e dai rettori di AQUIS, l’Associazione per la Qualità delle Università Italiane Statali a cui l’ateneo di Trento aderisce. Senato accademico di Trento e AQUIS chiedono che i sacrifici non siano applicati alle università in modo indifferenziato, ma che si tenga conto del comportamento degli atenei, della gestione delle risorse economiche e del rispetto delle regole. Norme migliorative in tale senso dovrebbero essere introdotte già nella prossima legge finanziaria.
L’altro elemento che fa guardare il rettore con serenità al prossimo anno accademico è l’esito positivo di una serie di proposte di ricerca avanzate in sede nazionale ed europea. “Per l’Università di Trento - spiega - il taglio previsto dal decreto Tremonti per il 2009 ammonterà a circa 3 milioni di euro su un bilancio di poco inferiore a 150 milioni. Sono abbastanza rilassato perché il mese di luglio è stato un mese d’oro. Dalla Commissione europea e da varie fonti nazionali abbiamo ottenuto nuovi finanziamenti per la ricerca che compensano abbondantemente il taglio previsto dalla manovra”. Nel dettaglio l’Università di Trento si è vista finanziare 36 progetti nell’ambito dei PRIN (Programmi di ricerca di Rilevante Interesse Nazionale), di cui 8 vedono docenti dell’ateneo di Trento nel ruolo di coordinatori nazionali. Particolarmente significativi poi i successi in ambito europeo, dove sono 13 i progetti fin qui acquisiti nell’ambito del VII programma quadro, con una quota crescente di docenti trentini che assumono il ruolo di coordinatore europeo.

 

 












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