Ad Accra un passo avanti per il clima E-mail
Giovedì 28 Agosto 2008 13:08
Ieri sono terminati i negoziati ONU sul clima ad Accra (Ghana). Sebbene il traguardo del raggiungimento di un accordo globale per il clima entro il 2009 rimanga un’enorme sfida, il meeting ha dimostrato come sia possibile comporre i conflitti tra i paesi per affrontare efficacemente la lotta ai cambiamenti climatici; quello che serve è una chiara volontà politica che guidi questo processo. Il WWF apprezza quel gruppo di paesi emergenti che hanno dimostrato di voler affrontare il problema dei cambiamenti climatici con il giusto livello di approfondimento e dettaglio. “Al momento sono ancora troppo pochi quei governi ‘pionieri’ che hanno dimostrato di avere a cuore il problema del clima e che affrontano gli elementi essenziali del dibattito” commenta Kim Carstensen, direttore dell’Iniziativa Globale sul Clima del WWF Internazionale. “Ad Accra si sono svolti negoziati difficili, ma ciò non ha fermato questo primo gruppo di paesi determinati a lavorare seriamente sul problema. Il successo dei prossimi negoziati di Poznan non è affatto assicurato: occorre che altri paesi si impegnino seriamente ad innalzare il livello dell’ambizione a quanto la conoscenza scientifica richiede”. Secondo il WWF, nei negoziati i governi hanno fatto progressi, tanto da arrivare vicini a una conclusione, su questioni chiave quali: lo sviluppo di strategie per limitare le emissioni di CO2 che derivano dalla distruzione di foreste; il finanziamento di significativi tagli alle emissioni e sull’adattamento agli impatti dei cambiamenti climatici. Tuttavia, altri capitoli di questi complessi negoziati non hanno fatto progressi e sono pericolosamente indietro rispetto alla tabella di marcia. “La UE ha deluso ad Accra così come aveva deluso a Bonn, presentandosi a mani vuote” conclude Mariagrazia Midulla, responsabile del Programma Clima ed Energia del WWF Italia. “ A Poznan,  dove si svolgerà il nuovo round di negoziati il prossimo dicembre, la UE gioca in casa e ha quindi l’opportunità perfetta per mettere in pratica il suo enorme potenziale e non andar dietro a Canada, Russia, Giappone e USA di Bush nella loro sconfortante mancanza di ambizioni”. Ad Accra si sono confermati alcuni trend già osservati nei precedenti incontri: la UE sta perdendo il suo ruolo di leadership sul clima a favore di un gruppo di paesi in via di sviluppo e di altri paesi come la Svizzera e la Norvegia. Migliorando loro vecchie proposte o avanzandone di nuove, questi paesi si propongono ora come veri agenti di cambiamento. Insieme ad alcune economie emergenti, essi rappresentano il nuovo motore dei negoziati. Ottimo esempio la Corea del Sud, che ad Accra si è impegnata a fissare tetti vincolanti alle emissioni e sviluppare le energie rinnovabili.


 

 












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