Vulcano islandese: Cnr, in Italia tanto rumore per nulla E-mail
Scritto da Consiglio Nazionale delle Ricerche   
Martedì 20 Aprile 2010 15:14

''Il livello di polveri giunto sui cieli italiani e' davvero poco rilevante e assolutamente non preoccupante. L'emergenza in Italia e' stata creata per mancanza di informazioni e di stazioni di rilevamento in alta quota che avrebbero potuto misurare la situazione con maggior precisione''. Questo il parere dei ricercatori del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr) che, grazie agli strumenti del Laboratorio Ottavio Vittori al Monte Cimone dell'Isac-Cnr (Istituto si scienze dell'atmosfera e del clima), dove sorge una delle stazioni di monitoraggio della rete Share promossa dal Comitato EvK2Cnr, ha stabilito che le ceneri del vulcano giunte nei cieli italiani sono molto inferiori alle polveri del deserto che tante volte hanno investito il nostro paese: si parla di un PM10 di circa 25 microgrammi al metro cubo dove il limite europeo e' a 50. In Inghilterra, i valori si attestavano intorno ai 350. ''Tutte le decisioni di questi giorni sono state prese in assenza di misure empiriche, non c'era nessuna evidenza che la nube fosse effettivamente sui cieli italiani'', ha aggiunto Guido Visconti, direttore del Cetemps de L'Aquila.


Il Laboratorio Ottavio Vittori dell'Isac-Cnr, che ospita la stazione Share del tutto simile a quella installata ad oltre cinquemila metri di quota, presso il Laboratorio-Osservatorio Piramide dell'Everest, ha iniziato soltanto ieri mattina a percepire qualche variazioni nel livello di polveri nell'atmosfera. Dopo una notte di rilevamenti a 2.165 metri, la quota in cui si dovrebbe trovare la nube, il Laboratorio ne ha confermato la debolezza. 
''Solo ieri mattina - ha detto Paolo Bonasoni, Isac-Cnr, responsabile progetto Share e Laboratorio Ottavio Vittori - con il giramento dei venti che ora soffiano da Nord, abbiamo iniziato a rilevare degli incrementi nella quantita' di particelle grossolane e fini. Queste variazioni mettono in evidenza il passaggio della nube. Di fronte all'allarme creato in questi giorni, risulta evidente l'importanza di avere una rete di stazioni di monitoraggio atmosferico in alta quota. Se ci fosse una rete di stazioni completa sulle Alpi e gli Appennini probabilmente questo tipo di emergenze potrebbero essere gestite meglio grazie ad una maggior disponibilita' di osservazioni e di quantita' di dati sui quali basare decisioni gravi come quelle della chiusura degli aeroporti''.
''Lunedi' mattina intorno alle 11 ora italiana - ha aggiunto Massimo del Guasta, Istituto Fisica Applicata (Ifaa-Cnr) di Firenze la nube si trovava tra i 2 mila e i 3 mila metri di quota circa. Poi in giornata, tra le 16 e le 17 la nuvoletta si e' sollevata intorno ai 3 mila metri per poi disperdersi un po' nelle ore piu' calde. E' una nube molto molto debole, visibile solo attraverso gli strumenti di misurazione piu' precisi. Niente di comparabile per esempio anche rispetto a una di polveri sahariane che siamo abituati a vedere. Nella notte si e' intensificata ma, per quello che abbiamo visto noi dal cielo sopra Firenze, ieri erano livelli davvero infimi e assolutamente non preoccupanti. Soprattutto, non avrebbero dovuto preoccupare più di tanto l'Italia, ma forse la preoccupazione veniva proprio dal fatto che nessuno li aveva ancora misurati. La cosa positiva in questo e' la collaborazione che si e' creata tra tutti i centri di ricerca e osservazione atmosferica in Italia, da Firenze a Potenza, passando dalla stazione Share del Laboratorio dell'Isac Cnr al Monte Cimone''.
''All'Osservatorio Ottavio Vittori di Monte Cimone - ha dichiarato Angela Marinoni, ricercatrice Isac Cnr - si e' osservato un aumento delle particelle grossolane, tipicamente traccianti dei trasporti di polveri desertiche, a partire da lunedi' 19 aprile alle ore 11 (0.6 centimetri cubi; corrispondenti ad un PM10 di circa 10 microgrammi al metro cubo). Il trasporto si e' intensificato a partire dalle ore 22.00, raggiungendo il valore di 1.5 particelle centimetri cubi (PM10 di 30 microgrammi al metro cubo). Questi valori sono caratteristici di trasporti molto intensi di polveri Sahariane a Monte Cimone, ma l'analisi delle traiettorie indicano chiaramente una diversa sorgente (Nord Europa). Insieme alle polveri grossolane si e' registrato un aumento simultaneo delle particelle fini, molto probabilmente solfati, originati dall'anidride solforosa tipicamente emessa durante le eruzioni vulcaniche. I solfati sono tra le particelle con coefficiente di diffusione piu' elevato, infatti a Monte Cimone attualmente il Single Scattering Albedo (rapporto tra diffusione e estinzione) assume valori piuttosto elevati (0.95), nonostante una certa influenza sull'assorbimento delle ceneri vulcaniche''. 
''Stiamo lavorando - ha affermato Agostino Da Polenza, Presidente Comitato EvK2Cnr, promotore del progetto Share - per creare una rete di monitoraggio 'Share Italia' all’interno del progetto Share supportato dal Ministero della Ricerca Scientifica. Abbiamo gia' 13 stazioni poste sulle montagne piu' alte di 3 continenti, e ora stiamo contribuendo a rafforzare la storica stazione del Monte Cimone in Appennino. Abbiamo alcune stazioni meteorologiche sui ghiacciai della Lombardia, dove andremo ad attivare una stazione di standard superiore per quest'estate. L'estate scorsa abbiamo avviato con l'Universita' dell'Aquila il processo per la costruzione di una stazione sul Gran sasso, che sara' potenziata quest'anno. Sono poi previste altre 5 stazioni italiane da installare sull'Appennino e sulle Alpi. Mi pare di capire, leggendo i giornali e parlando con gli amici ricercatori che si occupano di atmosfera nel progetto Share, che sono tra i migliori in Italia e nel mondo, che c'e' una doppia considerazione da fare riguarda l'interruzione dei voli. Una riguarda l'ingegneria aeronautica ed e' competenza degli esperti del settore. L'altra riguarda la fisica e la chimica dell'atmosfera, e in questo campo e' ormai evidente che la scarsita' di dati e di osservazioni atmosferiche ha contribuito ad un allarme che almeno da questo punto di vista e' ingiustificato. La rete italiana di stazioni di monitoraggio sara' preziosa per la valutazione di questo tipo di fenomeni, oltre che per il monitoraggio dell'inquinamento in aree remote''.
''Questa nube sull'Italia - ha concluso Visconti - e' un fenomeno assolutamente trascurabile e l'allarmismo e' esagerato e ingiustificato. In questi frangenti bisogna riferirsi a dei dati quantitativi e scientifici, e non basare decisioni importanti su considerazioni qualitative. Per esempio nessuno ha fatto rilevare, in questi giorni, che tutte queste decisioni sono state prese in assenza di misure sperimentali. Non c'era nessuna evidenza che la nube effettivamente ci fosse sopra i cieli italiani''.

 

 












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