Grazie all'Enea a Termoli cambia aria E-mail
Scritto da Ufficio stampa Enea   
Lunedì 29 Novembre 2010 14:49

E' stata presentata oggi a Roma l’indagine “meteodiffusiva” in Molise: ne hanno parlato i ricercatori italiani che l’hanno coordinata, gli esperti europei e americani che vi hanno preso parte, le personalità pubbliche e del mondo produttivo che l’hanno sostenuta. Istituzioni, imprese e scienza insieme per la gestione della qualità ambientale.
La qualità dell’aria, in presenza di industrie, si può gestire e non più subire: è questo il messaggio che viene lanciato, all’Italia e oltre confine, con la ricerca internazionale condotta nella Valle del Biferno e con i suoi esiti, raccolti nel volume presentato in questa conferenza. Il progetto  un’indagine di nuovo tipo su alcuni fattori cruciali nel determinare la qualità ambientale è stato promosso dal Cosib (Consorzio per lo Sviluppo Industriale della valle del Biferno), sostenuto dalla Regione Molise e attuato dall’Enea con la partnership di sei università (Sapienza-Roma, Salento, Phoenix, Notre Dame University, Helsinki, San Pietroburgo), del Finnish Meteorological Institute (FMI) e dell’Arpa Molise. La ricerca si è articolata in due campagne di misurazione (marzo e luglio 2009), per dar conto dei caratteri atmosferici locali in fase sia invernale che estiva. Nella valle è stato applicato un metodo innovativo che, impiegando un mix di strumenti (sodar, lidar, anemometri sonici, un “cielometro”  tecnicamente “nefoipsometro” modificato dal costruttore per questo specifico impiego), esplora a fondo il microclima come “modulatore” delle emissioni.
Dietro il progetto c’è una parola chiave: meteodiffusività, ovvero l’attitudine di un luogo a disperdere o concentrare gli inquinanti in funzione delle proprie caratteristiche meteo-climatiche. Un salto di prospettiva, che integra i classici sistemi di rilevazione “alla fonte” (centraline per misurare le emissioni) con l’elemento dinamico dei venti e del PBL (Planetary Boundary Layer), il “coperchio” dello strato d’inversione termica che, se basso, trattiene gli inquinanti al suolo. La novità sta dunque nel metodo, che ha tracciato l’identikit meteodiffusivo della valle. Premessa essenziale, qui come in ogni area investita da emissioni (anche nelle città, dunque), per avviare azioni efficaci di tutela: dati alla mano  letteralmente: il team di ricerca ha anche realizzato un indicatore a scala della meteodiffusività le aziende possono adottare contromisure realmente adeguate e, in fase di insediamento, prevedere il loro impatto sul sito scelto. E’ stata anche svolta un’approfondita indagine sullo stato di salute del Biferno, piccolo fiume di notevole valore paesaggistico, mediante eco-indici. I risultati sono pubblicati nello stesso volume presentato in conferenza.

Il lavoro svolto a Termoli propone un modello di risposta alla questione ambientale: un metodo scientifico utilizzabile e replicabile, che getta le basi per conciliare sviluppo e attenzione all’ecosistema e alla salute umana. La metodologia messa a punto dall'ENEA, ha catalizzato l’interesse di gruppi di ricerca italiani, europei e americani. Ne è nato un team sovranazionale per studiare lo “scenario meteodiffusivo” del distretto produttivo molisano, su sollecitazione delle stesse industrie affiancate dalla maggiore istituzione locale. Un caso esemplare di quell’alleanza, tra mondi finora scarsamente comunicanti, nel cui unico solco è possibile individuare prospettive di accordo tra sviluppo e tutela dell’ambiente. Con possibili ricadute positive anche sul fronte dell’occupazione nell’ambito della ricerca applicata: si comincia a pensare a nuove professioni specializzate, da formare nella conoscenza del metodo meteodiffusivo, nel suo impiego per la gestione della qualità dell’aria, nell’uso dei nuovi strumenti testati con successo in questa ricerca. Un incontro ravvicinato, questo al Palazzo Informazione dell’Adn Kronos, con un progetto scientifico che muove da un presupposto di enorme importanza per il futuro del pianeta, oltre l’inconcludente dibattito tra chi annuncia catastrofi e chi nega il problema: abbiamo il dovere di conoscere le reali condizioni dell’ambiente, perché senza precise conoscenze non c'è azione ambientale efficace.

 












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