Se straripa è sconcertante E-mail
Scritto da Emanuele Perugini   
Venerdì 12 Dicembre 2008 18:36

"È davvero sconcertante che, a fronte delle evidenze, non ancora si senta la necessità di affrontare il tema delle emergenze con metodi scientifici. Purtroppo l’Italia continua ad essere il Paese in cui gli amministratori pubblici si occupano delle emergenze solo quando i fenomeni avvengono e per fortuna che la Protezione Civile funziona!". Sono le considerazioni di Salvatore Tucci, docente di sistemi di elaborazione dell’informazione a Tor Vergata, nella sua veste di Presidente dell’AIIC; l’Associazione degli esperti italiani  infrastrutture critiche, a proposito dell’emergenza maltempo ed in particolare di quella del Tevere, ricordando che già sei anni fa il CNR mise a punto un modello di previsione di esondazione dello stesso fiume.

"Oggi assistiamo ad nuova dimostrazione che l’acuirsi dei fenomeni meteorologici e delle conseguenze sulla vita quotidiana sono sempre più profonde, a fronte dell’aumento della dipendenza della nostra società dalle reti tecnologiche e del fenomeno della globalizzazione, divenuti componenti vitali nello scenario complesso dei quali non possiamo assolutamente trascurare l’esistenza, i rischi e la necessità di proteggerle", ha aggiunto Tucci.

Per questo ha auspicato che "nel nostro Paese cresca rapidamente la consapevolezza che i fenomeni anomali in tali sistemi portano a scombussolamenti epocali all’economia della società moderna. Quelli che il futurologo Ray Kurzweil chiama singolarità".

Tucci ha poi sottolineato che "le infrastrutture possono essere messe fuori uso per cause diverse e tra queste quelle meteorologiche sono tra le più probabili. Abbiamo una esperienza lunghissima di capacità di modellazione di fenomeni catastrofici e la notizia che il CNR già nel 2002 aveva messo a punto un modello di previsione della piena del Tevere (http://real1.rm.cnr.it:8081/ramgen/UfficioStampa/EsondazioneTevere.rm), che dava esattamente lo stesso comportamento che il Tevere sta avendo in queste ore, ne è la dimostrazione evidente".

Insomma, ha concluso l’esperto, "è necessario dare forma ad una struttura  distribuita sul territorio in grado di fornire risposte previsionali attraverso modelli matematico-simulativi circa il comportamento anomalo delle infrastrutture. È il momento di cogliere l’occasione della Direttiva Europea sulle infrastrutture critiche, varata lunedì scorso, e di fare di necessità virtù".

 












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