L'eco di uno scontro tra ammassi galattici
Scritto da Inaf   
Giovedì 16 Ottobre 2008 11:54

Un team internazionale di scienziati guidati da astrofisici dell'INAF e del Dipartimento di Astronomia dell'Università di Bologna  ha scoperto emissione radio diffusa – il cosiddetto “alone” - proveniente da un gigantesco sistema di ammassi di galassie in collisione denominato Abell 521. Diversamente dagli aloni radio finora noti la radiazione è rilevabile solo a grandi lunghezze d’onda, confermando per la prima volta le teorie che prevedono l'esistenza di un tipo di aloni visibili solo se osservati in questa banda di radiazione. Si apre quindi la "caccia" ad una nuova classe di sorgenti radio che potranno essere rilevate solo con osservazioni profonde dell'Universo condotte con i radiotelescopi di nuova generazione. La scoperta, che sarà annunciata nel numero di domani della rivista Nature, è stata ottenuta grazie al Giant Metrewave Radio Telescope GMRT in India, lo strumento oggi più sensibile nella banda delle onde radio lunghe.
Le antenne del GMRT hanno registrato l'emissione radio dell'ammasso Abell 521, distante da noi quasi quattro miliardi di anni luce, nell'intervallo di lunghezze d’onda compreso fra 50 cm e 1,20 metri, ossia onde da 3 a 7 volte più corte di quelle delle stazioni radio FM che trasmettono sulla Terra. Dall'analisi dei dati raccolti è emerso come l'emissione proveniente dall'ammasso sia sempre più debole al diminuire della lunghezza d’onda di osservazione. "L'alone radio in Abell 521 è diverso da tutti gli altri finora noti perché emette il 90 per cento della sua radiazione sotto forma di onde radio di lunghezza d'onda maggiore di 1 metro" commenta Gianfranco Brunetti, dell'INAF-Istituto di Radioastronomia di Bologna e primo autore dell'articolo. "Questo particolare segnale è proprio quello che stavamo cercando da tempo, da quando qualche anno fa ne avevamo previsto l'esistenza". Per il team di scienziati più che un "caso eccezionale" sembra quindi che Abell 521 sia il capostipite di una classe di oggetti celesti finora non osservati ma che sarà possibile studiare nei prossimi anni. "Pensiamo che nell'Universo vi siano migliaia di aloni radio con caratteristiche simili ad Abell 521” prosegue Brunetti  “ed una conferma definitiva potrebbe arrivare già tra un paio di anni grazie all'entrata in funzione del radiotelescopio europeo LOFAR (LOw Frequency Array) che osserverà l'Universo a lunghezze d'onda comprese fra 1 e 10 metri con una sensibilità fino a 100 volte superiore a quella dei radiotelescopi attuali."
Nel team di scienziati guidato da ricercatori dell’INAF e dell’Università di Bologna hanno partecipato anche ricercatori dei centri statunitensi dello Smithsonian Astrophysical Observatory,  National Radio Astronomy Observatory e  Naval Research Laboratory.

 












Template design by Braz Design - Template coding by Digitest