Da nave romana affondata 2 mila anni fa lingotti di piombo per caccia ai neutrini
Scritto da Istituto Nazionale di Fsica Nucleare   
Mercoledì 14 Aprile 2010 11:37

120 lingotti di piombo vecchi di 2 anni sono arrivati ieri ai Laboratori Nazionali del Gran Sasso (LNGS) dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN) provenienti dal Museo Archeologico Nazionale di Cagliari. Il piombo di cui sono composti e' rimasto sotto il mare, assieme alla nave che li trasportava, per due millenni e ha diminuito di circa 100 mila volte la pur piccolissima radioattivita' di partenza rappresentata da un suo radionuclide, il piombo-210. Il contenuto di piombo-210 si dimezza, infatti, ogni circa 22 anni e a questo punto nei lingotti sardi si e' praticamente annullato.


Proprio questa caratteristica lo rende utilissimo per schermare perfettamente esperimenti di grandissima precisione come quelli ospitati dai Laboratori sotterranei del Gran Sasso dell'INFN. Dopo duemila anni passati sotto il mare, ora questo piombo e' destinato a svolgere il suo compito a 1.400 metri di profondita' sotto la montagna appenninica.
Dei lingotti verra' staccata la parte anteriore con i marchi di cui sono 'adornati': le iscrizioni verranno conservate, mentre il resto, una volta pulito dalle incrostazioni marine, verra' fuso per farne lo schermo dell'esperimento internazionale 'CUORE'. Uno studio sui neutrini le cui scoperte potrebbero avere implicazioni nella conoscenza della elusiva particella e dell'evoluzione dell'Universo.
L'INFN, inoltre, realizzera' nuove, importanti misure di precisione sul piombo ed eventualmente anche su rame per uno studio comune su materiale del periodo del bronzo.
La messa a disposizione di questo piombo e' il frutto della collaborazione ventennale tra l'INFN, la sua sezione di Cagliari, e la Sovrintendenza Archeologica di Cagliari, con il parere favorevole della Direzione Generale alle Antichita'. L'accordo, venti anni fa, porto' a un contributo di 300 milioni di lire da parte dell'INFN per finanziare lo scavo del relitto e il recupero del suo carico.
In particolare, l'INFN ringrazia per la collaborazione i sovrintendenti Fulvia Lo Schiavo, Marco Minoja e Donatella Salvi.
''Certo il comandante di quella nave non avrebbe mai immaginato che il suo piombo sarebbe stato utilizzato duemila anni dopo per qualcosa che ha che fare con l'Universo e le stelle'', ha commentato il presidente dell'INFN, Roberto Petronzio. ''Storia e scienza possono ora parlarsi attraverso i secoli grazie alla ricerca nella fisica delle alte energie'', ha aggiunto.
''Questo piombo – ha spiegato Ettore Fiorini, responsabile dell'esperimento CUORE - rappresenta uno materiale  importantissimo per la schermatura degli apparati per la ricerca di eventi rari, materiali che devono essere totalmente privi di contaminazioni radioattiva''.
Lucia Votano, direttore dei Laboratori del Gran Sasso dell’INFN, ha detto che ''e' bello e singolare che le tecnologie piu' avanzate e innovative abbiano bisogno anche dell'archeologia e della tecnologia degli antichi romani. Il piombo antico recuperato sui fondali marini sara' essenziale per proteggere l'esperimento dalla radioattivita' naturale che potrebbe oscurare il raro processo del doppio decadimento beta senza neutrini''.

 

 












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