Familiari dei malati tendono a non capire le brutte notizie E-mail
Scritto da Adele Brunetti   
Giovedì 08 Marzo 2012 13:58

Quando i familiari ricevono la notizia che un parente malato e' improbabile che viva a lungo, tendono spesso a ritenere che le probabilita' di sopravvivenza siano maggiori di quelle predette dal medico. A suggerirlo e' una ricerca del University of Pittsburgh Medical Center pubblicata sugli Annals of Internal Medicine che ha dimostrato che le famiglie tendono ad avere aspettative di sopravvivenza troppo ottimistiche, rispetto alle dichiarazioni dei medici, quando una persona cara si ferisce gravemente o e' ammalata.
''Le persone hanno la tendenza ad attribuire la responsabilita' della comprensione parziale dello stato di gravita' del paziente ai medici'', ha detto Douglas White, ricercatore del nuovo studio che ha coinvolto 80 familiari di pazienti in condizioni critiche nel reparto di terapia intensiva, ai quali e' stato chiesto di interpretare una serie di ipotetiche dichiarazioni-prognosi riferite al membro della propria famiglia. Nel complesso, i ricercatori hanno scoperto che le persone hanno interpretato in maniera corretta una buona prognosi. ''In pratica, se la dichiarazione fosse 'il paziente ha una probabilita' del 90 per cento di sopravvivere', i familiari ne colgono coerentemente il senso. Ma se la prospettiva si fa piu' cupa, le famiglie tendono a dare alla prognosi una accezione piu' positiva''.
Quando al paziente ipotetico e' stata diagnostica una probabilita' del 50 per cento di sopravvivere, quattro partecipanti allo studio su 10 avevano una visione piu' ottimistica di quella reale: per loro la probabilita' saliva dal 50 al 70 per cento. E quando le probabilita' di sopravvivenza erano solo il 5 per cento, due terzi dei partecipanti hanno aumentato esponenzialmente l'interpretazione positiva. Un parametro risultato fondamentale e' stata la fiducia. ''C'e' un certo scetticismo circa la capacita' dei medici di predire il futuro'', ha precisato White. ''Le famiglie hanno la tendenza a credere che, anche se i medici possono prevedere la probabilita' media di sopravvivenza, un qualsiasi paziente sia in grado di combattere, aumentando di tanto le sue probabilita'. Non si vuole abbattere il sano ottimismo indispensabile in situazioni cosi' delicate - ha concluso - ma va sottolineata 'importanza di una corretta comprensione dello stadio della malattia del paziente da parte dei familiari che devono essere in grado di prendere decisioni che siano in linea con cio' che e' meglio per l'ammalato''.

 












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