Come tutti gli altri bambini, anche quelli affetti da autismo distolgono sistematicamente lo sguardo dal viso dell'interlocutore quando pensano. Lo rileva una nuova ricerca dalla Northumbria University. Anche se incoraggiati a mantenere il contatto visivo come mezzo per migliorare le loro abilita' sociali, i ricercatori hanno scoperto che i bambini autistici seguono gli stessi modelli degli altri durante l'elaborazione di informazioni complesse. I bambini con sviluppo tipico, cosi' come gli adulti, sono soliti distogliere lo sguardo quando vengono poste questioni difficili. Cio' migliora l'accuratezza delle risposte.
Gwyneth Doherty-Sneddon, ricercatore della Facolta' di Scienze della Vita della Northumbria University, presentera' i suoi risultati il 15 marzo nell'ambito del Newcastle ScienceFest e saranno pubblicati il prossimo mese sulla rivista Child Psychology and Psychiatry.
Lo studio ha coinvolto 20 bambini con autismo, caratterizzati da iposocialita', e 18 con la sindrome di William, caratterizzati invece da ipersocialita',  al fine di effettuare dei test mentali. Entrambi hanno mostrato avversione allo sguardo nella fase di elaborazione del pensiero.
''Precedenti ricerche - ha detto Doherty-Sneddon - avevano messo in luce che i bambini e gli adulti tendono a distogliere lo sguardo quando si pensa qualcosa. Ora sappiamo che cio' vale anche per gli autistici. Rimane fermo, ovviamente, che per migliorare le abilita' sociali e' importante favorire il contatto visivo con gli altri''. Quando si tenta di recuperare informazioni dalla memoria cosi' come si tenta di svolgere complesse operazione di problem-solving, guardare il viso di qualcuno puo' realmente interferire con il trattamento di informazioni rilevanti. Cio' e' dovuto al fatto che le facce sono ricche di fonti di informazione. ''Questa ricerca - ha conlcuso la scienziata - avra' un impatto importante sul modo in cui gli insegnanti interagiscono con i bambini. Bisogna aspettare prima di pretendere da essi di incontrare il nostro sguardo''.