Cervello dei bebè prematuri più lento a svilupparsi E-mail
Scritto da Sissa   
Lunedì 01 Febbraio 2010 13:44

''Il cervello deve essere maturo, pronto a ricevere gli stimoli per elaborarli. Per questo non bisogna disperare se nei primi mesi di vita lo sviluppo cognitivo del bambino nato pretermine risulta piu' lento. Diamo tempo al suo cervello di maturare''. Lo sostiene Jacques Mehler, direttore del Laboratorio del linguaggio, cognizione e sviluppo della Sissa di Trieste e figura di spicco internazionale negli studi sull'apprendimento linguistico.
Insieme a Marcela Pena e Enrica Pittaluga, sui Proceedings of the National Academy of Sciences (PNAS) di questa settimana, Mehler spiega l'interazione tra fattori biologici e ambientali durante le prime fasi dello sviluppo cognitivo e in particolare dimostra che la maturita' neuronale del cervello e' uno dei fattori chiave nei primi stadi dello sviluppo del linguaggio. ''Se nei primi mesi di vita extrauterina, tra prematuri e bambini nati a termine, si riscontrano differenze nello svolgimento di operazioni cognitive o nello svilupppo linguistico, quando i bambini hanno due anni tali differenze non si riscontrano piu''', ha racconta il docente di neuroscienze cognitive della Scuola di Trieste.
 Due sono i fattori determinanti per lo sviluppo dell'acquisizione delle abilita' linguistiche: l'ambiente, cioe' l'esposizione agli stimoli linguistici, e la biologia, ovvero lo sviluppo neurologico del cervello. Per verificare quale tra i due fattori sia l'elemento chiave per l'acquisizione del linguaggio nel primo anno di vita, i ricercatori hanno comparato bambini nati al termine della gestazione (40 ± 2 settimane) e bambini sani nati fortemente pretermine (28 ± 2 settimane gestazionali) nella capacita' di distinguere la lingua madre da altre lingue. L'esperimento e' stato condotto in Cile presso il servizio di Pediatria dell'Ospedale Sotero del Rio di Santiago.
''Finora ben pochi studi avevano indagato l'interazione tra l'esperienza e la maturita' del cervello, durante i primi stadi dello sviluppo cognitivo, in bambini prematuri sani. E alla nascita, sappiamo che il sistema nervoso dei bimbi fortemente pretermine e' ancora immaturo. Parliamo di bambini nati a sei mesi di gestazione'', ha commentato Mehler.
L'esposizione postnatale alla lingua madre fa si' che i bambini prematuri riescano a distinguere la propria lingua da un'altra, indipendentmente dal grado di sviluppo neurologico del cervello? Per scoprire questo i ricercatori hanno registrato con elettroencefalogramma l'attivita' cerebrale di bambini prematuri (pre-term, PT) e nati a termine (full-term, FT), durante l'ascolto della propria lingua madre (lo spagnolo), di una lingua ritmicamente molto simile (l'italiano) e di una lingua ritmicamente molto diversa (il giapponese). A tre, sei e a nove mesi di vita extrauterina: tenendo conto quindi della loro maturita' neuronale e dei mesi di esposizione agli stimoli verbali. 
Gli esperimenti hanno confermato che la maturita' neuronale e' il fattore chiave per lo sviluppo delle abilita' linguistiche nei primi mesi di vita, anche per la capacità di discriminare la propria lingua da un'altra ritmicamente simile. Infatti la risposta cerebrale dei nati a termine a sei mesi di vita e' comparabile con quella dei prematuri a nove mesi di vita extrauterina, quando hanno raggiunto lo stesso livello di maturita' neurologica sebbene siano stati esposti alla lingua madre per periodi differenti.
Comparando invece l'attivita' cerebrale dei bebe' prematuri e dei nati a termine, a sei mesi di vita extrauterina entrambi, emerge che il cervello dei bambini nati a termine e' piu' maturo. Sebbene il tempo di esposizione alla lingua materna sia stato lo stesso per entrambi i gruppi, i nati a termine riescono a distinguere l'italiano dallo spagnolo, i prematuri ancora no.
Testando gli stessi bambini a due anni di vita, i ricercatori non hanno piu' riscontrato differenze nello svolgimento di operazioni cognitive o nello svilupppo linguistico tra prematuri e bambini nati a termine.
In studi precedenti e' stato gia' dimostrato che appena nati i bebe' sanno distinguere la lingua madre da una lingua ritmicamente molto distante, come per esempio lo spagnolo dal giapponese, mentre riescono a distinguere la lingua madre anche da una lingua ritmicamente molto simile, come per esempio lo spagnolo dall'italiano, non prima dei quattro mesi e mezzo.
''Il cervello gia' alla nascita sa determinare la variabilita' dello spazio consonantico e la quantita' di vocali presenti in una frase. È il ritmo a fornirci le informazioni precise sul numero di sillabe ricorrenti in una lingua e quindi a permetterci di distinguere lingue ritmicamente molto diverse tra loro'', ha commentato Mehler. ''Solo dopo i quattro mesi e mezzo, invece, i bambini - ha concluso - riescono a distinguere anche due lingue appartenenti alla stessa classe ritmica. Questa abilita' e' un segno dell'apprendimento delle proprieta' della lingua materna''.

 












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