Progetto Ue avverte sui rischi dell'esposizione a metalli tossici E-mail
Scritto da Cordis   
Martedì 08 Febbraio 2011 12:40

Anche livelli bassi di esposizione a metalli tossici possono danneggiare la salute umana. Questo, in estrema sintesi, e' l'avvertimento lanciato da il gruppo di ricerca del progetto 'PHIME?, finanziato dall'Unione Europea con 13,4 milioni di euro. Secondo quanto riportato dal notiziario Cordis, i ricercatori hanno invitato i responsabili a monitorare sistematicamente i livelli di metalli tossici nelle popolazioni e di prendere provvedimenti per ridurre il rilascio di queste sostanze nell'ambiente.
Gli obiettivi del progetto sono quelli di studiare la portata dell'esposizione ai metalli tossici, e le relative conseguenze sulla salute pubblica, e le fonti di esposizione. PHIME si e' occupato in particolare dei gruppi piu' vulnerabili, e cioe' i feti, i neonati e i bambini e le donne fertili e anziane.
Uno dei metalli studiati nell'ambito di PHIME e' stato l'arsenico, che il coordinatore del progetto, Staffan Skerfving dell'Universita' di Lund in Svezia, descrive come ''un brutto elemento''.
''E' molto tossico per il feto, ha detto, spiegando che i feti esposti ad alti livelli di questo metallo tossico corrono maggiori rischi di aborto, malformazioni e morte perinatale. L'arsenico compromette anche lo sviluppo del sistema nervoso centrale e i bambini esposti a esso nel grembo materno e nelle prime fasi della vita potrebbero avere un QI (quoziente di intelligenza) piu' basso. In eta' piu' adulta, l'esposizione all'arsenico puo' sopprimere il sistema immunitario e aumentare il rischio del soggetto di sviluppare il cancro.
La ricerca svolta dal PHIME ha rivelato che la vulnerabilita' delle persone agli effetti nocivi dell'arsenico e di altri metalli tossici e' in parte genetica. ''Alcune persone possono detossificare l'arsenico molto meglio di altre e noi abbiamo esaminato popolazioni molto esposte all'arsenico per constatarlo'', ha detto Skerfving.
Per esempio, le popolazioni delle Ande sono state esposte all'arsenico nell'ambiente per migliaia di anni e sembrano aver sviluppato la capacita' di controllarlo. ''C'e' stata selezione naturale'', ha commentato il coordinatore del progetto. Al contrario, la popolazione del Bangladesh, dove la presenza di arsenico nell'acqua potabile e' un fenomeno relativamente recente e causato dalla perforazione di milioni di pozzi, e' ancora molto sensibile all'arsenico.
Un altro elemento esaminato dal PHIME e' il cadmio. Qui il gruppo maggiormente a rischio e' rappresentato dalle donne anziane, per due motivi. Innanzitutto l'esposizione al cadmio aumenta il rischio di osteoporosi nelle donne. Le donne sono particolarmente vulnerabili alla contaminazione da cadmio perche' hanno maggiore tendenza alla carenza di ferro e questo fa si che assorbano piu' cadmio nel tratto gastrointestinale. Nel corso degli anni, il cadmio si accumula gradualmente nel corpo. Inoltre, il cadmio imita gli effetti dell'ormone estrogeno e potrebbe quindi aumentare il rischio di cancro dipendente dall'estrogeno, come per esempio il cancro al seno.
L'esposizione al cadmio e' veicolata dal cibo; e' una sostanza che si trova comunemente nei fertilizzanti e le piante la assorbono attraverso le radici. La ricerca condotta dal PHIME ha rivelato che anche livelli di esposizione bassi, come quelli riscontrati in Svezia, possono essere nocivi per la salute umana. Il problema e' che il cadmio rimane nell'ambiente per molto tempo.
''Le emissioni industriali e i fertilizzati contenenti cadmio sono stati banditi per liberarsi del rischio che e' gia' presente'', ha sottolineato Skerfving.
Un caso in cui i provvedimenti presi hanno avuto successo riguarda il piombo: eliminandolo dalla benzina si sono ridotti drasticamente i livelli di esposizione al piombo dei bambini. Non si puo' ancora cantare vittoria pero'. ''La diminuzione cui abbiamo assistito, che e' molto buona, non e' sufficiente. Ci sono ancora effetti - ha detto - e si puo' ancora fare molto''.
Il piombo va a finire nell'ambiente attraverso le emissioni industriali e una parte del piombo proveniente dalla benzina con il piombo rimane nell'ambiente.
Il progetto PHIME si sta adesso avvicinando alla sua conclusione, ma Skerfving fa notare che c'è ancora bisogno di ricerca in questo settore. Mentre sull'esposizione al piombo e al cadmio ci sono informazioni per alcune popolazioni, attualmente non ci sono attivita' sistematiche per misurare l'esposizione ad altri metalli tossici.
Il team di PHIME auspica anche maggiore attività di ricerca su come le piante gestiscono i metalli tossici. Il progetto ha fatto molto lavoro in questo campo, ma sono necessarie maggiori informazioni.

 












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