Ue: al via progetto su "robot badante" per anziani E-mail
Scritto da Cordis   
Martedì 27 Aprile 2010 20:20
Un nuovo robot intelligente in grado di muoversi all'interno di un'abitazione domotica per migliorare la qualita' della vita degli anziani e consentire loro di mantenere quanto piu' a lungo possibile la loro indipendenza. E' questo lo scopo del progetto 'KSERA' ('Knowledge service robots for ageing') che dispone di un bilancio complessivo di 4 milioni di euro, di cui 2,9 milioni di euro messi a disposizione in riferimento al tema 'Tecnologie dell'informazione e della comunicazione' (TIC) del Settimo programma quadro (7° PQ) dell'Unione Europea.
Il progetto, secondo quanto riportato dal notiziario Cordis, avra' durata triennale. 'KSERA' e' coordinato dal dipartimento di scienze ingegneristiche e dell'innovazione del Politecnico di Eindhoven (Paesi Bassi) e riunisce sette partner provenienti da 5 diversi paesi dell'Unione europea.
Il gruppo di ricerca del progetto ritiene che il robot possa essere un utile 'amico' che aiutera' le persone piu' anziane a prendere la decisione piu' assennata. Nella sua fase iniziale il progetto si occupera' di persone affette da broncopneumopatia cronica ostruttiva, una patologia che colpisce perlopiu' gli anziani. Secondo le stime dell'Organizzazione mondiale della sanita' (OMS) entro il 2030 la broncopneumopatia cronica ostruttiva sara' la terza causa di decesso a livello mondiale.
Nel corso dei prossimi tre anni, i partner del progetto KSERA appronteranno tre abitazioni dimostrative al fine di evidenziare quali sono le potenzialita' di un'abitazione domotica. Nelle abitazioni sara' sistemato anche un robot in grado di aiutare i pazienti affetti da questa patologia nella loro vita quotidiana. Il robot seguira' i pazienti negli spostamenti in casa, elaborera' consigli mirati, apprendera' le loro abitudini e, monitorandoli da vicino, informera' un medico sul loro stato di salute. ''Vogliamo dimostrare le potenzialita' di questo campo'', ha affermato Lydia Meesters del Politecnico di Eindhoven, coordinatrice del progetto.
''Dovranno essere quanto piu' accoglienti possibile'', ha spiegato Meesters. ''In una situazione ideale l'unica tecnologia visibile - ha aggiunto - dovrebbe essere il robot. Proprio questo costituira' il punto di contatto con tutti i sistemi domestici, ma l'abitazione, di per se', avrs' un aspetto molto familiare''.
Per raggiungere questo obiettivo Raymond Cuijpers del Politecnico di Eindhoven studiera' la comunicazione uomo/robot per semplificare al massimo la reciproca comprensione. Perche' il robot sia davvero utile e' necessario che sia in grado di capire i desideri del paziente e di anticiparne le necessita' e che sia intelligente.
Per questo particolare aspetto della ricerca il gruppo di ricerca lavorera' su un altro progetto dello stesso ateneo, il progetto 'RoboEarth' che mira a costruire una memoria centrale per i robot che consenta loro di comunicare con altri robot e con gli esseri umani.
Verra' prestata grande attenzione alle questioni etiche per decidere, ad esempio, cosa deve fare il robot nel caso in cui il paziente accende una sigaretta e la quantita' di informazioni che il robot dovra' trasmettere al sistema centrale operativo. ''Dobbiamo definire limiti chiari considerato che il robot monitorera' il paziente continuamente e avra' accesso a dati di natura estremamente privata'', ha evidenziato Meesters.
Tra i partner che lavoreranno al progetto accanto al Politecnico di Eindhoven figurano il Central European Institute of Technology (Austria), il Politecnico di Vienna (Austria), l'Universita' di Amburgo (Germania), l'Istituto Superiore Mario Boella (Italia), la ICT company Consoft (Italia) e la Maccabi Healthcare Services (Israele).
 












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