La vitamina D è fondamentale per il sistema immunitario E-mail
Scritto da Cordis   
Mercoledì 10 Marzo 2010 13:03

Il nostro sistema immunitario ha bisogno di piu' sole, fonte per eccellenza di vitamina D. Questa la conclusione di uno studio condotto dall'Universita' di Copenaghen e pubblicato sulla ricista Nature Immunology. I risultati sono stati riportati anche dal notiziario Cordis.
Le cellule T (timo) sono la difesa dell'organismo umano contro le infezioni. Individuando e distruggendo i patogeni esterni, queste cellule ci aiutano a rimanere sani. Lo studio danese ha trovato che le cellule T necessitano di dosi fisiologiche di vitamina D nel sangue per poter essere attive e compiere il proprio ruolo di difesa in modo adeguato. Quest'ultima scoperta  potrebbe aiutare i medici a risolvere i casi di reazioni autoimmunitarie e anche a contrastare il rigetto di organi trapiantati.
Le cellule T sono un tipo di leucociti che rivestono un ruolo centrale nel sistema immunitario. Per poter trovare, reagire e combattere le varie infezioni dell'organismo, le cellule T devono trasformarsi, da dormienti e innocue, in cellule attive in grado di uccidere virus e batteri spesso anche pericolosi.
Gli scienziati danesi hanno scoperto che la vitamina D e' fondamentale per la funzionalita' delle cellule T. In assenza di fonti sufficienti di questa vitamina nel sangue, secondo i ricercatori, le cellule rimangono dormienti e sono quindi incapaci di 'attivarsi' per combattere gli agenti patogeni esterni.
''Quando una cellula T e' esposta ad un agente patogeno esterno, essa attiva un dispositivo di segnalazione o '"antenna', noto come recettore della vitamina D, con cui cerca di individuare la vitamina D'', ha dichiarato Carsten Geisler, professore dell'Universita' di Copenaghen. ''Cio' significa - ha continuato - che le cellule T hanno bisogno della vitamina D, altrimenti la loro attivazione cessera'. Se le cellule T non riescono a trovare abbastanza vitamina D nel sangue, neanche inizieranno a mobilitarsi''.
La luce del sole e' una fonte di vitamina D naturale (e anche la piu' ovvia), spesso presente come sottoprodotto naturale dell'esposizione della pelle al sole. Pochissimi alimenti contengono quantita' elevate di questa vitamina. Tra le fonti migliori ci sono i pesci grassi, come ad esempio il salmone, il tonno e lo sgombro, mentre piccole quantita' di vitamina D si possono trovare nel formaggio, nel latte e nel tuorlo d'uovo. Sebbene gli esperti raccomandino una dose giornaliera compresa tra i 25 e i 50 microgrammi di vitamina D, non esistono studi esaustivi per determinarne la quantita' ottimale.
Gli scienziati sono riusciti a seguire la sequenza biochimica legata alla trasformazione di una cellula T dalla sua forma inattiva alla sua forma attiva. Questa capacita' di monitorare la sequenza permette di intervenire in molti punti diversi per modulare la risposta immunitaria. La scoperta principale e' stata che le cellule T inattive non contengono il recettore della vitamina D ed una molecola specifica (PLC-gamma1).
Secondo Geisler, questo risultato rappresenta un importante passo avanti. ''Gli scienziati sanno da tempo che la vitamina D e' importante per l'assorbimento del calcio e che essa sembra anche coinvolta in malattie come il cancro e la sclerosi multipla. Ma cio' che ancora non si sapeva è quanto sia fondamentale per l'attivazione del sistema immunitario'', ha detto.
Infatti, questo nuovo particolare potrebbe potenzialmente contribuire alla regolazione della risposta immunitaria, che e' importante non solo per combattere la malattia, ma anche per evitare le reazioni autoimmunitarie dell'organismo e il rigetto di organi (dopo i trapianti, le cellule T possono attaccare l'organo del donatore come un invasore esterno).
Geisler ha aggiunto che la ricerca potrebbe addirittura aiutare a combattere le malattie infettive e le epidemie a livello mondiale. ''[I risultati] saranno particolarmente utili - ha spiegato - nello sviluppo di nuovi vaccini, che funzionano proprio sulla base sia di abituare il nostro sistema immunitario a reagire che di sopprimere le difese naturali dell'organismo in situazioni in cui questo è importante, come ad esempio nel caso di trapianti di organi e malattie autoimmunitarie''.

 












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