Fecondazione: a Firenze workshop sulla qualità dei centri italiani E-mail
Scritto da Valentina Arcovio   
Venerdì 09 Ottobre 2009 16:29
Nel trattamento dell'’infertilita' di coppia attraverso le tecniche di procreazione medicalmente assistita (Pma), e' necessario, non solo produrre ovociti della miglior qualita', ma anche organizzare l'intero percorso diagnostico-terapeutico secondo un sistema di gestione della qualita' che garantisca elevati standard in ogni fase. Se ne discute oggi e domani a Firenze nel corso del workshop 'Il Sistema di Gestione della Qualita' nei centri di PMA (procreazione medicalmente assistita): Cosa si fa e cosa si dovrebbe fare nella realta' italiana' organizzato da Serono Symposia International Foundation (SSIF) insieme al Centro di Procreazione Assistita Demetra e che vede coinvolti i maggiori esperti italiani ed europei in tema di infertilita'.
La certificazione delle procedure nella PMA rappresenta, infatti, la maggior garanzia di sicurezza e di efficacia dei trattamenti per i pazienti; inoltre, dai dati clinici raccolti sul campo, sembra che il sistema di gestione della qualita' applicato alle tecniche di fecondazione assistita possa favorire un aumento delle percentuali di gravidanza fino al +10 per cento. Un aumento significativo, soprattutto se confrontato con la percentuale di gravidanze mediamente ottenuta in Italia che e' pari al 21 per cento circa.
''Il trattamento dell'infertilita' e' una delle branche mediche in continua evoluzione'', ha affermato Elisabetta Chelo, ginecologa esperta di tecniche di produzione assistita e Organizzatore Scientifico del workshop – con progressi che riguardano la diagnosi, le procedure di laboratorio ed i trattamenti farmacologici, e i continui aggiornamenti delle tecniche di PMA che ne derivano richiedono standard organizzativi di altissimo livello''.
''In particolare – ha concluso Chelo - il sistema di gestione della qualita' e' attualmente uno strumento indispensabile per i Centri di PMA, chiamati ad adeguarsi alla piu' recente normativa europea che fornisce nuovi criteri sulla qualita' delle procedure, adeguamento per il quale molti non sono ancora preparati''.
Lo scopo del workshop organizzato a Firenze e' quello di approfondire l'esigenza degli operatori del settore di poter applicare e documentare criteri qualitativi che garantiscano la migliore gestione dei percorsi terapeutici, e di condividere le esperienze raccolte da chi ha gia' conseguito la certificazione ISO in Italia e in Europa. Il worshop intende, inoltre, fornire strumenti ed indicazioni concrete ai Centri di PMA che dovranno adeguarsi alle direttive europee, recentemente recepite dall'Italia, che regolano la qualita', la sicurezza e la tracciabilita' delle cellule che vengono raccolte, conservate e trattate nei centri stessi.
''Questo workshop approfondisce uno dei temi di maggior interesse di Serono Symposia International Foundation - ha dichiarato Robert Fisher, membro del Comitato Scientifico di SSIF - e testimonia l'importanza di dare continuita' ad argomenti in crescente evoluzione. SSIF ha individuato e, da sempre, trattato alcuni temi 'cardine' tra cui il Sistema di Qualità che, oltre alle sue caratteristiche specifiche, e' un elemento fondamentale per ottenere standard di alto livello''.
In Italia 1 coppia su 5 in eta' fertile, e' infertile e, nel 2015, la prevalenza  potrebbe diventare di 1 su 3. Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), una coppia puo' essere definita infertile se dopo 12-18 mesi di rapporti sessuali regolari e non protetti non e' riuscita a concepire.
Una volta diagnosticata l'infertilita', la coppia puo' decidere di intraprendere il percorso della procreazione medicalmente assistita. Nei casi meno gravi la coppia verra' sottoposta a tecniche di I livello – stimolazione ovarica e inseminazione uterina - che presuppongono, come accade fisiologicamente, che la fecondazione avvenga all'interno del corpo della donna. Nei casi piu' complessi di infertilita', come ostruzione delle tube o le gravi alterazioni del liquido seminale, e' necessario ricorrere a tecniche di II livello – FIVET e ICSI - che prevedono la fecondazione all'esterno dell'organismo materno.
L'infertilita' di coppia non e' un problema attribuibile solo alla donna, come si credeva erroneamente in passato, ma riguarda entrambi i partner: infatti, e' determinata esclusivamente dal fattore femminile nel 30-40 per cento dei casi, da fattori presenti in entrambi i coniugi nel 15-20 per cento, e' inspiegabile nel 10 per cento, mentre e' imputabile al solo fattore maschile nel rimanente 30-40 per cento. Una percentuale, quest'ultima, esattamente pari a quella del fattore femminile.
La causa va ricercata, innanzitutto, nel progressivo avanzamento dell'eta' in cui la donna decide di avere il primo figlio, eta' che oggi si attesta intorno ai 32 anni; questa tendenza sociale si 'scontra' con la naturale fisiologia della donna che raggiunge il massimo picco della fertilita' tra i 20 e i 24 anni, ha un primo declino verso i 30 che si accentua in modo significativo dopo i 36, per registrare infine una notevole caduta superati i 40.
Nell'uomo, invece, i principali fattori di rischio di infertilita' sono legati alle patologie della sfera riproduttiva, come il comune varicocele, o a malattie meno conosciute, ma altrettanto pericolose, quali l'orchite, i disordini endocrini e le patologie genetiche.

 
 












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