Funzionano davvero le terapie vascolari? Leggete questo rapporto E-mail
Scritto da Emanuele Perugini   
Martedì 01 Settembre 2009 11:43

Nonostante gli avanzamenti della medicina, della chirurgia e delle campagne di sensibilizzazione, la ricorrenza degli eventi cardiaci nei pazienti affetti da disturbi cardiovascolari nei paesi occidentali è e rimane "soprendentemente troppo alta" in termini di riospedalizzazione, di nuovi attacchi di coure e di mortalità. Soprattutto negli Stati Uniti e in Europa occidentale, mentre è più bassa nell'Europa dell'Est e in Giappone. Sono queste le conclusioni del rapporto Reach (Reduction of Atherothrombosis for Continued Health) Registry che è stato presentato ieri a Barcellona nel corso del Congresso annuale della società europea di Cardiologia ed è stato pubblicato simultaneamente dalla rivista European Heart Journal.
Il rapporto, elaborato da un gruppo di ricercatori della Northwestern University Feinberg School of Medicine, ha esaminato dati relativi ad un campione costituito da 32.247 pazienti ad un anno e a tre anni di ditanza dalla loro registrazione.
Ebbene il risultato ha evidenziato che i pazienti con malattie vascolari sintomatiche hanno un tasso del 14,4 per cento entro un anno dalla diagnosi di incorrere in un evento cardiaco, o di essere riospedalizzati e addirittura di morire. A tre anni di distanza questa percentuale raddoppia e sale al 28,4 per cento. I pazienti poi che hanno evidenziato problemi vascolari in parti diverse del corpo hanno un rischio del 40,5 per cento in tre anni.

"Siamo rimasti molto sorpresi dal vedere queste cifre - ha spiegato il coordinatore della ricerca Mark J. Alberts della Feinberg School - anche perchè molti pazienti vengono sottoposti ad elevati standard di terapia. Che pero' non sembrano essere efficaci per tutti. Forse è il caso di ricorrere a interventi diversi e a terapie diverse dalle attuali". Ogni anno in Italia si spendono 3,1 miliardi di euro per le malatie cardiovascolari. In Germania 3,9 miliardi.

 












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