Pandemia, 90 per cento popolazione mondiale non avrà accesso a farmaci E-mail
Venerdì 12 Giugno 2009 16:56

Quasi il 90 per cento della popolazione mondiale non avrà accesso alle scorte di vaccini ed antivirali per rispondere all'attuale pandemia influenzale. Tuttavia farmaci a basso costo già disponibili, anche nei paesi in via di sviluppo, potrebbero essere sufficienti a salvare milioni di vite. A poche ore dalla dichiarazione dello stato di pandemia da parte dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, i risultati di un'estesa analisi sono stati pubblicati sulla rivista online Influenza and Other Respiratory Viruses. L'analisi rivela come anche i medicinali che non sono progettati per rispondere direttamente all'influenza possano aiutare a far fronte ad eventuali emergenze. Il dottor David Fedson, esperto di immunizzazione ed autore dell'analisi, spiega che non esiste attualmente un piano logistico di distribuzione delle scorte dei vaccini da parte dei paesi che lo stanno sviluppando verso i paesi che non lo stanno sviluppando, e che ospitano l'88 per cento della popolazione mondiale. Per Fedson "è probabile che queste persone non saranno in grado di accedere alle scorte di vaccini, o potrebbero averli troppo tardi.

Si stima che i paesi che non producono vaccini antinfluenzali abbiano risorse per coprire solo l'1% della loro popolazione. Molte autorità sanitarie stanno puntando sulle loro scorte di agenti antivirali. Tuttavia le resistenze che le malattie hanno sviluppato durante le epidemie stagionali, ad esempio verso i medicinali più comunemente usati come il Tamiflu, potrebbero svilupparsi anche nella nuova pandemia". Il dottor Fedson sottolinea che le resistenze sviluppate dalle influenze stagionali siano un segnale che il Tamiflu potrebbe rivelarsi inefficace. "Nonostante i migliori sforzi degli scienziati e delle compagnie farmaceutiche, siamo ancora lontani dal comprendere gli effetti che l'influenza ha sulle persone che si ammalano. Credo che la ragione di questo sia che gli scienziati si sono finora focalizzati sullo studio del virus invece che sulle reazioni degli ospiti e come i farmaci possono ridurre gli effetti influenzali". Il dottor Fedson sostiene che dagli esperimenti effettuati da altri ricercatori che non hanno lavorato sull'influenza si possono trarre conclusioni utili ad affrontare la pandemia. "Ricerche effettuate sulle lesioni polmonari acute hanno portato gli scienziati a definire delle vie metaboliche cellulari precise. Le vie metaboliche di segnalazione giocano un ruolo importante nella percezione e nelle reazioni delle cellule ai cambiamenti ambientali. Somministrare ai pazienti antinfiammatorii e agenti immunomodulatori come statine, fibrati e glitazoni permette di agire su queste vie metaboliche ed è servito per curare pazienti affetti da lesioni polmonari acute, un problema comune dell'influenza. Questi agenti sono già utilizzati in campo medico per vari trattamenti, e si tratta di farmaci economici già largamente disponibili anche nei paesi in via di sviluppo".
 












Template design by Braz Design - Template coding by Digitest