In aumento malattie sessualmente trasmissibili tra i giovani E-mail
Scritto da IRCCS Burlo Garofolo di Trieste   
Lunedì 18 Maggio 2009 14:00
Sono giovani. Sono sessualmente attivi, ma terribilmente disinformati sulle malattie
che si possono contrarre durante l'atto sessuale, sull'importanza dell'individuazione precoce
dopo l'eventuale contagio e sui metodi di protezione/prevenzione. Tale disinformazione,
secondo i sanitari del Burlo Garofalo di Trieste, sta portando a una preoccupante ascesa di alcune infezioni come quelle batteriche da Clamidia e virali da virus del Papilloma. E' questo il quadro che e' emerso da uno studio pluriennale compiuto dalle S.C.U. di Clinica Ostetrica e Ginecologica e di Igiene e
Medicina Preventiva dell'IRCCS Burlo Garofolo di Trieste che dal 1994, con un ambulatorio
addetto alla raccolta dei tamponi vaginali, ha effettuato oltre 15 mila visite, lavorando cinque
giorni su sette.
''L'attivita' di monitoraggio sulle malattie sessualmente trasmissibili (Mst) – ha detto Francesco De Seta, ricercatore universitario presso il Burlo Garofolo – sta diventando una parte essenziale del nostro lavoro. Negli ultimi tre anni abbiamo avuto 3 mila nuovi accessi (quasi tre al giorno) riscontrando una profonda ignoranza su quali siano le principali Mst e su come si contraggano. Abbiamo
potuto constatare come l'eta' del primo rapporto si sia abbassata notevolmente: dalle dichiarazioni di 1030 pazienti emerge che il 10 per cento inizia l'attivita' sessuale prima dei 15 anni e il
55,3 per cento fra i 16/18, un comportamento che crea le premesse per nuove dinamiche nella
trasmissione di patologie a carattere sessuale''.
Tra i falsi miti degni di nota diffusi tra giovani in eta' scolare (dalla scuola media in poi) c'e'
l'idea che l'infezione più pericolosa, e in alcuni casi l'unica, sia quella del virus Hiv e che questa
interessi solo chi fa uso di stupefacenti; o che la pillola protegga dal contagio sessuale; e ancora,
che l'epatite B e C non abbiano nulla a che vedere con i rapporti sessuali.
''Preoccupanti – ha proseguito De Seta – gli aumenti di vaginosi batteriche, che pur non essendo propriamente Mst, alterano l’ecosistema vaginale rendendolo più suscettibile ad altre piu' gravi infezioni. Dal 14 per cento di campioni positivi registrati nel 2005 siamo passati al 20 per cento del 2008, mentre per i micoplasmi (altro genere di batteri) si e' passati dal 22,80 al 32 per cento circa''.
Una delle infezioni piu' sottovalutate, pero', e' la Clamidia, provocata dal batterio Chlamydia
trachomatis, che di solito non da' sintomi e che percio' puo' agire indisturbata fin dall'adolescenza
causando, in epoca riproduttiva, seri problemi di infertilita' alle giovani che desiderano un figlio.
I dati sono significativi: su 701 campioni analizzati 26 sono risultati positivi a questo batterio e
questo definisce una prevalenza del 3,7 per cento (la prevalenza e' il n. di casi diviso la
popolazione totale). Tale percentuale merita ancora piu' attenzione se si considera che la
prevalenza sale all'11 per cento quando il campione e' formato solo da ragazze al di sotto di 25 anni (13 casi su 115 soggetti testati). ''Possono sembrare numeri trascurabili – ha puntualizzato De Seta – ma non lo sono, proprio perche' l'infezione che non da' disturbi tangibili e dunque non viene
individuata se non dopo molti anni, quando compaiono le prime difficolta' nel concepimento, si
contrae con rapporti sessuali in giovane eta' quando per ragioni anatomiche, immunologiche e
comportamentali e' piu' facile essere esposti. Sicuramente, numeri piu' ampi potranno confermare
o no tale nostro allarmismo. Tuttavia, leggendo dietro a questi dati si capisce quanto siano
misconosciute e mal utilizzate le tecniche di contraccezione''.
A conferma di quanto detto ci sono i numeri sulla contraccezione raccolti in questi anni al Burlo:
629 ragazze su 1030 (61 per cento) non usano alcun metodo contraccettivo mentre solo 88 (9 per cento) usano un metodo barriera come preservativo o diaframma, il solo capace di prevenire il contagio con
malattie sessualmente trasmissibili. E anche in seguito, raggiunta l'eta' adulta, una parte
consistente delle giovani donne seguite dal Burlo continua a vivere la propria sessualita' in modo
irresponsabile, trascurando misure semplici come l'uso del preservativo, che da solo potrebbe
prevenire in maniera consistente l'acquisizione Mst.
''Continuare un'opera di informazione capillare – ha concluso De Seta - e' quel che il nostro Istituto,
assieme alle altre realta' operative sul territorio, intende fare. Anche se per massimizzare i
risultati si dovra' pensare necessariamente a riorganizzare e ufficializzare i servizi finora erogati
spesso senza adeguato sostegno politico e finanziario''.
 












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