Influenza suina: schema di diffusione simile all'asiatica E-mail
Scritto da 30Righe   
Mercoledì 13 Maggio 2009 11:15
La nuova influenza ha seguito uno schema di diffusione molto simile alla pandemia del 1957, la cosiddetta 'asiatica'. Questo e' quanto emerso dai primi modelli sviluppati dal Centre for Outbreak Analysis and Modelling dell'Imperial College di Londra, in collaborazione con l'Organizzazione mondiale della sanita' (Oms) e il ministero della Salute messicano. I dettagli dei primi risultati sono stati pubblicati su Science Express.
''Il nostro studio  - ha detto Neil Ferguson, uno dei coordinatori dello studio - mostra che questo virus si diffonde come ci si aspetta nei primi stadi di una influenza pandemica. Finora ha seguito uno schema molto simile alla pandemia del 1957 in termini di proporzione di persone infettate e di percentuale di casi potenzialmente fatali''.
''Quella che osserviamo non e' un'influenza stagionale e questo e' comunque causa di preoccupazione, ci si puo' aspettare che questa pandemia abbia un peso doppio sui sistemi sanitari. Tuttavia questa modellizzazione iniziale suggerisce che il virus H1N1 non sia altrettanto facilmente trasmissibile e altrettanto letale della pandemia del 1918'', ha concluso Ferguson.
I dati raccolti mostrano una struttura coerente con quella che si aspetta nelle prime fasi di una pandemia. In Messico la stima piu' probabile del tasso di mortalità e' del 4 per mille, un valore che allinea questa influenza alla pandemia del 1957. Tuttavia rispetto ad allora, secondo i ricercatori, i sistemi sanitari sono in una situazione molto migliore, e piu' preparati, in quasi tutti i paesi del modo. L'epidemia di influenza suina e' con ogni probabilita' iniziata in Messico il 15 febbraio 2009 e a fine aprile i contagiati erano circa 23 mila, con 91 decessi in seguito all'infezione. Tuttavia i dati relativi al numero di persone contagiate, secondo i ricercatori, soffrono di una certa incertezza, dato che casi piu' lievi possono essere passati inosservati o essere stati successivamente ma inappropriatamente attribuiti a essa. Per questo il tasso di mortalita' del 4 per mille non puo' essere stabilito con sicurezza, ma resta comunque il valore piu' probabile.
Per ogni persona infettata si stima che ci possano essere da 1,2 a 1,6 casi secondari, un valore superiore a quello delle normali influenze stagionali, che porta a ipotizzare che possa venire infettato dal 10 al 15 per cento della popolazione. Questo e' comunque un valore inferiore al 20-30 per cento che ci si aspetta da una pandemia.
 












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