In Francia registrati 4 casi di vaiolo bovino da ratti E-mail
Scritto da Cordis   
Martedì 12 Maggio 2009 16:41
A Compiegne, una piccola cittadina del nord della Francia, all'inizio del 2009 sono state ricoverate in ospedale quattro giovani donne che presentavano febbre e lesioni nerastre della cute. Alle pazienti e' stata diagnosticata un'infezione da virus del vaiolo bovino, dalla quale sono guarite seguendo le cure adeguate. A darne notizia e' stato un articolo pubblicato sul notiziario europeo Cordis. Secondo un gruppo di ricercatori finanziati dall'Unione europea, tutte e quattro le donne hanno contratto l'infezione dopo essere state graffiate da un ratto domestico. I ricercatori avvertono che l'aumento del numero di animali esotici tenuti come animali domestici puo' causare l'intensificarsi di casi di questo genere. Gli stessi ricercatori esortano inoltre a creare una capacita' diagnostica per identificare al piu' presto possibile i nuovi patogeni.
L'Unione europea sostiene questo impegno attraverso due progetti: il progetto 'Rivigene' ('Genomic inventory, forensic markers and assessment of potential therapeutic and vaccine targets for viruses relevant in biological crime and terrorism'), finanziato attraverso la linea di bilancio per la 'Ricerca a supporto della politica' del Sesto programma quadro (6°PQ), e il progetto 'Eva' ('European virus archive'), che e' invece finanziato nell'ambito del programma 'capacita'' del Settimo programma quadro (7°PQ).
Il virus del vaiolo bovino si trova in tutta l'Europa occidentale, in particolare nei roditori selvatici, come ad esempio i ratti. Le infezioni negli esseri umani sono rare e i pochi casi registrati sono stati causati o dal contatto diretto con i roditori selvatici o dal contatto con un gatto domestico infettato da questi animali.
I sintomi includono febbre e lesioni nerastre della cute. La malattia di norma non presenta conseguenze gravi negli esseri umani, in quanto le lesioni guariscono spontaneamente dopo un periodo di sei settimane.
In questo studio, inizialmente i medici pensavano si trattasse di casi di 'rickettsiosi', una patologia causata dai batteri del genere 'Rickettsia'. Tuttavia, le analisi di laboratorio hanno presto rivelato che le donne erano state infettate dallo stesso ceppo del virus del vaiolo bovino. Tutte e quattro sono guarite seguendo le cure adeguate.
Le interviste svolte hanno rivelato che nessuna delle donne coinvolte possedeva un gatto domestico e che nessuna era entrata in contatto diretto con roditori selvatici - che sono i fattori normalmente risontrati nei casi di vaiolo bovino. Tre di queste donne avevano pero' acquistato un piccolo roditore nello stesso negozio di animali tra il dicembre 2008 e il gennaio 2009; la quarta donna aveva fatto visita a un'amica che possedeva dei piccoli roditori (tra i quali uno acquistato presso lo stesso rivenditore e nello stesso periodo). Inoltre, tutte le pazienti erano state graffiate dagli animali; gli stessi si erano poi ammalati ed erano morti a distanza di poco tempo dall'acquisto.
In seguito i ricercatori sono riusciti a individuare gli animali infetti e a risalire a un allevatore di roditori nella Repubblica ceca. Altri casi di vaiolo bovino nel frattempo registrati in Francia lasciano supporre che l'epidemia possa avere una portata maggiore di quanto si pensasse inizialmente.
Secondo i ricercatori, i risultati mettono in evidenza che ''occorre grande cautela quando introduciamo nelle nostre abitazioni animali di origine esotica''.
E concludono: ''Il nostro studio giustifica la creazione di un servizio diagnostico nazionale con le necessarie competenze umane in grado di formulare diagnosi tempestive e individuare i patogeni umani che potrebbero causare nelle nostre comunità livelli di malattia imprevedibili''.
 












Template design by Braz Design - Template coding by Digitest