Regolatori europei approvano Argus II, la retina artificiale E-mail
Scritto da Valentina Arcovio   
Martedì 31 Maggio 2011 15:06

I regolatori europei hanno approvato ufficialmente la retina artificiale in grado di ridare la vista alle persone affette da una rara malattia genetica. Il via libera arriva dopo che il dispositivo, realizzato dall'azienda Second Sight, e' stato testato su 30 pazienti. Per gli scienziati si tratta di un importante passo in avanti nell'utilizzo della tecnologia bionica per curare la cecita'. Tuttavia, non si tratta di una tecnologia economica e per il momento e' disponibile solo privatamente a un costo di 50mila sterline. Solo il training per usare questo gadget costa circa 10mila sterline.
La retina artificiale da impiantare e' stata progettata per aiutare le persone affette da retinite pigmentosa (RP), una malattie degenerativa e incurabile.
Nella RP le cellule che agiscono da recettori della luce nella retina muoiono. L'asta di fotorecettori - responsabile della vista del bianco e del nero - viene per lo piu' colpita, ma a volte la malattia genetica colpisce i coni o i fotorecettori della visione dei colori.
La retina degenera lentamente e gradualmente e perde la sua capacita' di trasmettere le immagini al cervello. In questo modo vi e' una perdita prograssiva della vista.
La nuova tecnologia, chiamata Argus II, utilizza una camera fissa posta su un paio di occhiali scuri per inviare segnali a 60 elettrodi impiantati nella retina che li rimanda poi al nervo ottico.
I pazienti non vedenti necessitano prima di un'operazione e poi possono usare la telecamera per vedere la luce, il movimento e il colore, mettere a fuoco gli oggetti di grandi dimensioni e addirittura leggere grandi lettere su uno schermo. Un piccolo computer converte le immagini in impulsi elettrici che vengono trasmessi all'impianto e gli elettrodi poi li trasformano in pixel di luce.
''Questo dimostra - ha detto Lyndon Da Cruz, un consulente chirurgo oftalmico al Moorfields Eye Hospital di Londra - che il collegamento nella tecnologia alla struttura neurale dell'occhio e' possibile. Ora abbiamo qualcosa che funziona e possiamo cominciare a pensare di renderla migliore''.

 












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